Tra i thriller polizieschi degli anni Ottanta più apprezzati dai fan c’è Danko, film diretto da Walter Hill (“I guerrieri della notte” e “48 ore”) con protagonista la coppia Jim Belushi – Arnold Schwarzenegger.
Il titolo della versione italiana è basato sul nome del personaggio di Schwarzenegger, Ivan Danko, capitano della polizia sovietica che da Mosca viene mandato a Chicago per catturare il criminale georgiano Viktor Rostavili. Nella grande città americana Danko farà coppia con uno squinternato poliziotto, Art Ridzik interpretato da James Belushi. Il titolo originale del film è invece Red Heat, letteralmente “calore rosso”, a simboleggiare l’aspetto sovietico/comunista della storia.
La preparazione di Arnold Schwarzenegger al ruolo
Il film è basato su una storia originale di Walter Hill, il quale da tempo voleva lavorare con Arnold Schwarzenegger:
Non volevo fare fantascienza ed è difficile usare Arnold in modo credibile in un contesto americano con il suo accento. Ho pensato che sarebbe stato interessante se avesse potuto interpretare un poliziotto russo negli Stati Uniti. Volevo fare un film tradizionale alla John Wayne/Clint Eastwood un po’ più grande. Poi non sapevo come il pubblico americano avesse accolto per la prima volta un eroe sovietico, non un cattivo.
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Secondo quanto raccontato da Schwarzenegger, quando Hill si avvicinò a lui, non aveva una sceneggiatura completa, ma solo la premessa di base e la scena in cui Danko strappa la gamba di uno scagnozzo per scoprire che è di legno e che contiene cocaina. L’attore ha accettato di realizzare il film sulla base di questo e dei precedenti lavori del regista, in particolare la sua commedia d’azione 48 Hours.
Walter Hill voleva proprio Schwarzenegger: “Avevo molta fiducia in lui come attore. Non volevo che si limitasse a gettare in aria macchine o cose del genere. Arnold ha una speciale abilità di comunicare tra culture e paesi diversi. La gente ama vederlo risolvere le cose con i muscoli, ma lui non è solo quello: anche la sua faccia e i suoi occhi comunicano. Ha una faccia che richiama quella degli antichi guerrieri della Grecia o del Medioevo.”
Greta Garbo come ispirazione
Per aiutarlo nella preparazione del personaggio e cercare di catturarne l’essenza, il regista gli consigliò di guardare il film Ninotchka del 1939 e prendere spunto dalla performance di Greta Garbo. Schwarzenegger studiò infatti con molto interesse vari film sulla Russia e prese spunto da ognuno di loro.
Per quanto riguarda la lingua, fece un corso intensivo di 3 mesi per imparare il russo. Anche Jim Belushi cercò di immergersi appieno nel ruolo, tanto che trascorse 2 settimane a lavorare direttamente nel distretto di polizia di Chicago con veri poliziotti.
La triste morte sul set
Passiamo ora ad un triste fatto legato al film. Come si può notare anche dalla scritta posta prima dei titoli di coda, la pellicola è dedicata alla memoria di Bennie E. Dobbins. Dobbins era il coordinatore degli stunt e delle controfigure: morì di infarto mentre stava allestendo le riprese del combattimento iniziale sulla neve, girato a Ramsau, Austria.
«Danko nato stanco»: com’è nella versione originale?
Terminiamo il nostro approfondimento sulla pellicola citando una delle frasi diventate forse più cult, ovvero “Danko nato stanco”. La battuta viene detta dall’impiegato dell’albergo in ‘reception’ quando Danko arriva la prima volta e si segna sul registro. Ovviamente si tratta di una battuta frutto del doppiaggio italiano che gioca sulla rima Danko-Stanco. Nella versione originale il gioco di parole è diversissimo: “Danko” – “You’re welcome”. Piccolo aiutino per chi ancora non ci fosse arrivato. Il tipo gli risponde “You’re welcome” ovvero “prego” in quanto Danko suona in maniera simile alla parola tedesca danke, che significa “grazie”. Una frecciatina alla lingua madre di Schwarzy dunque.
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