Ospite di “Basement” di Gianluca Gazzoli, Daria Bignardi si è raccontata a cuore aperto tra vita privata e carriera, i primi inizi per ottenere il tesserino da pubblicista e poi la vita da giornalista freelance fino ad arrivare all’esperienza da direttrice di rete, Rai Tre:
“Ahimè sono stata direttrice di un canale televisivo. Non è stata una bella esperienza perché non ero proprio adatta a lavorare in un’azienda pubblica con il mio carattere, con il modo in cui lavoro. Abbiamo fatto un sacco di belle cose, ma non è il mio. Tu devi essere un manager per fare il direttore di rete e io non ho quell’attitudine. Io ho sempre lavorato a Milano, sono padana, di Ferrara e ho sempre lavorato qui e c’è un modo di lavorare qui che è molto incentrato sul prodotto, su quello che fai. Io lì ho visto un modo di lavorare che ha a che fare anche con chi sei, con chi conosci. Io non ho gli anticorpi per quel mondo, non ho i codici per capirlo. Ho incontrato un sacco di gente bravissima, soprattutto a Rai Tre, ma non è il ruolo per me”.
Poi il racconto sulla censura che l’ha fatta tornare a La7:
“La situazione di oggi in televisione? Come sempre ma peggio. Non è un bel segno quello che sta succedendo oggi. Le censure? A me è successo. A “Le invasioni Barbariche”, che prima si chiamava L’Era Glaciale, avevo ospite fisso Morgan, 15 anni fa, che suonava il pianoforte e diceva la sua su vari temi. Eravamo in differita, registravamo mezz’ora prima, e lui disse una cosa su Berlusconi e la P2. Finita la registrazione, siamo andati in pizzeria e in tv, al posto dell’Era Glaciale c’erano i cartoni animati. Iniziamo a chiamare e ci dicono errore tecnico: eravamo stati censurati. Io sono stata abbastanza riservata e discreta, quello che ho fatto è stato andarmene, sono tornata a La 7, guadagnando la metà, ma non ho fatto casino. Sono tornata da dove ero venuta e lì sono sempre stata libera di fare e dire quello che volevo”.
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