Die Hard – Duri a morire è il 3°capitolo della fortunata saga dedicata al poliziotto John McClane. Uscito nel 1995 (sette anni dopo “Trappola di cristallo” e cinque da “58 minuti per morire”) il film venne diretto da John McTiernan e vede come protagonisti principali Bruce Willis, Samuel L. Jackson e Jeremy Irons. Il film ha ottenuto un ottimo successo al botteghino, incassando più di 366 milioni di dollari, di cui 100 in patria e più di 266 all’estero. È stato il secondo maggiore incasso dell’anno dopo Toy Story – Il mondo dei giocattoli.
Trama Die Hard – Duri a morire
Un terrorista di nome Simon (Irons) minaccia di far esplodere bombe in tutta New York, a meno che il poliziotto McClane (cui si affianca ben presto l’ex taxista Zeus) non segua le sue istruzioni. In realtà Simon realizza un clamoroso furto a Wall Street e solo i due indistruttibili eroi riescono a scoprirlo e a sconfiggerlo, dopo oltre due ore di corsa ininterrotta.
Il finale alternativo
Die Hard with a Vengeance, questo il titolo originale del film, ha uno dei finali alternativi più noti nella storia di Hollywood. Invece di venire catturato al confine canadese e morire in un incidente con l’elicottero (finale che vediamo nel film), in origine si era pensato di far fuggire Simon con tutto l’oro della Federal Reserve. McClane si prende la colpa del fallimento e passa gli anni successivi a rintracciare Simon, trovandolo alla fine in un bar in Ungheria. È qui che le cose iniziano a diventare un po’ selvagge. Mentre i due chiacchierano amichevolmente, McClane rivela che in realtà sta trasportando un lanciarazzi cinese. Decide quindi di fare un gioco chiamato “McClane ordina” – essenzialmente una roulette russa con il lanciarazzi al posto di una pistola carica – e fa una domanda a Simon: cosa avrebbe potuto portare all’incontro che gli avrebbe salvato la vita? Gruber, sbaglia, spara il lanciarazzi e si uccide. McClane rivela che indossava un giubbotto antiproiettile e se ne va: la sua vendetta ora è completa.
Il finale non piacque molto allo studio, soprattutto perché pensavano che facesse sembrare McClane un freddo calcolatore. Per questo venne cambiato e il finale alternativo messo solo negli extra del DVD.
I problemi con il cartello ad Harlem
Durante le riprese, sul cartello con il quale McClane è costretto a camminare per le strade di Harlem (per ordine di Simon) con la scritta «Odio i negr**», c’era scritto un’altra cosa, per la precisione «Odio tutti». La scritta venne modificata solo in post-produzione con «I hate niggers» al fine di evitare che qualcuno del quartiere, non sapendo del film, interrompesse le riprese per protestare.
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