Die Hard – Duri a morire è il 3°capitolo della fortunata saga dedicata al poliziotto John McClane. Uscito nel 1995, il film venne diretto da John McTiernan e vede come protagonisti principali Bruce Willis, Samuel L. Jackson e Jeremy Irons.
Trama Die Hard – Duri a morire
Questa volta il temerario John McClane (Bruce Willis) se la deve vedere con un pazzo criminale di nome Simon Gruber (Jeremy Irons), che mira alla riserva d’oro di una banca di Wall Street. Sospeso dalla polizia e dedito all’alcool, McClane viene costretto a girare per le strade di Harlem con un cartello appeso al collo con scritte razziste. Tutto questo accade perché Gruber tiene in scacco la polizia di New York minacciando di facendo saltare in aria i grandi magazzini Bonwits. McLane, aiutato dal pacifico Zeus Carver (Samuel L.Jackson) riuscirà con grandi atti di eroismo a sventare il piano.
Curiosità
1. La scritta sul cartello, con la quale McClane deve camminare durante le prime scene del film girate ad Harlem, era in realtà «Odio tutti», ed è stata modificata solo in post-produzione con «Odio i negracci» («I hate niggers») al fine di evitare che qualcuno del quartiere, non sapendo del film, interrompesse le riprese per protestare.
2. È stato Bruce Willis a suggerire alla produzione di scritturare per il film Samuel L. Jackson. L’attore nativo di Washington era molto eccitato all’idea di lavorare alla pellicola perché, come da lui dichiarato, aveva visto Trappola di cristallo (1988) qualcosa come trenta volte.
3. Sebbene fossero stati scelti entrambi nel cast di altri due film (Pulp Fiction e Palle in canna, rispettivamente del 1994 e del 1993), Die Hard – Duri a morire è la prima pellicola in cui Bruce Willis e Samuel L. Jackson condividono effettivamente la scena e recitano propriamente assieme.
4. Lo stile e il look che Samuel L. Jackson ha nel film sono il frutto di una sua grande ricerca sul personaggio, fatta anche attraverso lo studio dei libri di Malcolm X.
5. I sotterranei della Federal Reserve che si vedono nel film furono ricostruiti in uno studio di posa, ma il grande realismo della scenografia (realizzata da Jack De Govia) spinse l’FBI, la Federal Bureau of Investigation e il Dipartimento di Polizia di New York ad indagare sulle conoscenze davvero meticolose descritte dello sceneggiatore Jonathan Hensleigh.
6. Ogni film della saga ha una scena in un ascensore e questo capitolo non fa eccezione.
7. Il film ha ottenuto un ottimo successo al botteghino, incassando più di 366 milioni di dollari, di cui 100 in patria e più di 266 all’estero. È stato il secondo maggiore incasso dell’anno dopo Toy Story.
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