Intervistato da “il Giornale”, Dj Ringo racconta di non usare i social per mandare messaggi politici, ammettendo di aver preso le distanze dalla scena milanese già negli anni Settanta:
“I tempi sono cambiati, in quel periodo se ti mettevi il giubbotto sbagliato ad un concerto ti menavano“.
Secondo il Dj, i cantanti dovrebbero pensare a fare musica piuttosto che schierarsi sui social:
“Invece di parlare a vanvera, pensiamo alla musica, suoniamo, che siamo gli unici al mondo che non hanno dei dischi in classifica in inglese. Siamo messi male, prima dettavamo legge nella musica. Il rock italiano non lo seguo da anni. L’ultima avanguardia è stata quella dei Litfiba e dei Negrita, dopo di loro: il buio“.
E poi, spiega la stoccata a Damiano dei Maneskin di qualche giorno fa:
“È stata una battuta velenosa, l’ammetto. Però trovo scorretto che un artista usi la propria popolarità per propagandare bufale. Ma chi l’ha detto che il Paese è triste? Chi è Damiano per parlare a nome degli italiani?”
Ed infine si schiera dalla parte di Laura Pausini, rea di essersi rifiutata di cantare “Bella Ciao”:
“Secondo me ha fatto benissimo a non prestarsi alla messinscena: dalla Casa di Papel in poi, l’inno della resistenza è diventato un canto commerciale, un trend alla moda. È irrispettoso chiedere ad un’artista come la Pausini di cantare a comando un brano di quel portato, neanche fosse una canzoncina da karaoke”.
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