La cantante Donatella Rettore, intervistata su Novella 2000, parla del Festival di Sanremo, ripensando a com’era prima rispetto ad oggi.
“Ho partecipato due volte da giovane e due volte tra i Big. Era diverso il concorso di una volta! Prima era il vero Festival della canzone italiana, con tanti ospiti stranieri che, spesso, cantavano canzoni italiane. L’ultimo Festival l’ho fatto nel 1994, quando sul palco dell’Ariston si esibirono Sting, Madonna, Elton John, RuPaul. Tanti anni fa conobbi anche quel gigante di Barry White; ricordo che era vicino a me e pensai che fosse una vera e propria montagna, era enorme”.
E poi continua:
“Oggi, invece, la manifestazione canora si è trasformata in una semplice trasmissione televisiva. Non sembra più un Festival come quello di una volta. Adesso non si celebra la musica, bensì la tv. In effetti dovrebbero chiamarlo il Festival della televisione italiana”.
La Rettore ricorda gli organizzatori del Festival di Sanremo del passato, ma commenta positivamente anche il lavoro di Amadeus:
“Ricordo con affetto e ammirazione i più grandi organizzatori di Sanremo come Gianni Ravera, Vittorio Salvetti ed Elio Gigante. Dopo di loro ha fatto molto bene Pippo Baudo, negli anni in cui ha tenuto in mano le redini della kermesse. Devo ammettere che anche Amadeus si sta ben comportando, ha fatto un ottimo Festival, ma purtroppo la situazione mondiale è piuttosto precaria, a causa della pandemia”.
La cantante poi conclude, commentando la famosa scalinata di Sanremo:
“Ho altri sogni a coronamento della mia carriera, non Sanremo. Anzi, certe volte il Festival è proprio un incubo. Specialmente quella scalinata che uno deve per forza fare. Non la reggo la scalinata di Sanremo, detto proprio brutalmente”.
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