La 74esima edizione della Mostra del cinema di Venezia si è aperta questa mattina con “Downsizing” di Alexander Payne con interpreti Matt Damon, Kristen Wiig, Christoph Waltz e Hong Chau.
Nel mondo sovrappopolato di oggi, una scoperta sensazionale ad opera di due scienziati norvegesi scuote l’intera popolazione: hanno inventato una procedura in grado di rimpicciolire le cellule umane, fino a trasformare i corpi delle persone e renderle piccoli esserini alti 12 cm (molto in stile “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi”). I vantaggi di questa trasformazione a livello ambientale sono molteplici , come ad esempio l’elevato risparmio sul costo della vita e sull’economia del pianeta stesso. Da qui ecco che si formano le prime comunità di ‘rimpiccioliti’ che vengono trascinati dall’idea del costo della vita relativamente basso. Una persona con un conto in banca di 150000 dollari, nella nuova comunità si ritrova con 12 milioni e con una quantità di lusso sfrenato.
Questo è ciò che sembrerebbe essere il sogno di ogni singolo essere umano ma in realtà con il proseguire del film non è proprio così. Il protagonista è Paul Safranek (Matt Damon) che si trova a salutare parenti e amici perché potrà permettersi una casa in stile Barbie Malibu, che nessuna banca gli finanzierebbe mai nella vita reale. Convinto anche dalla moglie Audrey (Kristen Wiig), Paul accetta il processo di miniaturizzazione per poi svegliarsi al termine dell’operazione single perché sua moglie, nel momento decisivo, non ha trovato il coraggio di farlo e non aspetta molto prima di mandargli le carte del divorzio.
Ecco che inizia la storia, lo spettatore segue tutte le tappe di inserimento di Paul nella nuova comunità analizzandone i pregi e i difetti fino alla prima parte. Il film comincia a cambiare con l’incontro dello stesso con la vietnamita Gong Jiang (Hong Chau) durante i postumi della festa a casa del suo vicino Dusan (un Christoph Waltz, geniale che interpreta un serbo contrabbandiere dedito al consumismo sfrenato).
Nell’analizzare il crescente rapporto tra i due la trama nella seconda parte risulta essere molto lenta a tratti pesante che poco ha a che vedere con l’inizio ricco di ironia. I temi che vengono analizzati sono molti, a cominciare dal fattore ambientalistico e sociale, la voglia di aiutare il prossimo in tutti i modi possibili perché anche in una comunità di rimpiccioliti, malgrado le pubblicità inneggianti la ricchezza perenne, ci sarà sempre la differenza tra ricchi e poveri, ci sarà sempre il furbo e il saggio.
Il sociale e la voglia di cambiare il pianeta in tutti i modi possibili la fanno da padrone in questo film di apertura ma forse la chiave di lettura più giusta è la voglia di ogni singolo essere umano di cambiare il suo percorso di vita quando la sua strada sicura viene deviata da degli eventi straordinari che creano un nuovo corso.
Molto approvato, dunque. Peccato per la conferenza abbastanza misera, in cui un evasivo Alexander Payne ha deviato numerose domande circa l’immigrazione e la politica.
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