Primo varietà comico-satirico della televisione commerciale, Drive In, ideato dall’autore televisivo Antonio Ricci, andò in onda su Italia 1 dal 1983 fino al 1988. Appuntamento fisso prima del martedì e poi della domenica sera, era caratterizzato da un’ambientazione molto americana: la cassa, il bar, il guardaroba, il parcheggio riproducevano fedelmente l’atmosfera dei drive in, dove negli anni Cinquanta si poteva guardare un film rimanendo seduti in macchina.
Il programma
Il programma di Ricci era scandito da un susseguirsi di sketch, gag, imitazioni, monologhi, parodie, intervallati da brevi stacchi delle “ragazze Fast Food”, giovani maggiorate che, all’epoca, destarono molto scalpore. Tra i comici che si sono fatti conoscere dal grande pubblico o hanno consolidato la loro popolarità grazie alla partecipazione al programma, si ricordano Giorgio Ariani, la coppia Syusy Blady e Patrizio Roversi, Massimo Boldi, Enzo Braschi, Olga Durano, Isaac George, Malandrino e Veronica, Guido Nicheli, Carlo Pistarino, Lucio Salis, Caterina Sylos Labini, Teo Teocoli, i Trettré, il Trioreno, Sergio Vastano, Mario Zucca, Francesco Salvi, Zuzzurro e Gaspare e Giorgio Faletti; nella maggior parte dei casi si trattava di volti ancora sconosciuti ai più, che troveranno fama proprio grazie al programma.
Tra le protagoniste femminili comparivano, oltre alle già succitate Russo e Del Santo, Tinì Cansino, Nadia Cassini, Antonia Dell’Atte, Eva Grimaldi, Cristina Moffa, Johara ed Ambra Orfei. I testi vennero scritti da autori a volte esordienti come Ellekappa, Gialappa’s Band e Gino e Michele.
Il ricordo di Boldi
Così Massimo Boldi ricorda il famoso programma televisivo nel suo libro “Le mie Tre Vite: Ridere, piangere, ricominciare“:
“Quel programma ha avuto il merito di essere il trampolino di lancio di tanti personaggi televisivi, ma mettere insieme così tanto talento inevitabilmente ha creato un clima di forte competizione e gelosie fra gli artisti. È normale, ciascuno vuole mettersi in mostra. Quindi, se da un lato fu un’importante occasione di lavoro per me, dall’altro ricordo che ben presto dovetti fare i conti con un clima di rivalità e antipatie che non fu esattamente piacevole da vivere.”
Continua dicendo:
“Venivi immischiato nelle varie vicende che a mano a mano nascevano dietro le quinte: se ne facevano di ogni genere per avere una scenetta in più, si creavano amicizie di facciata con chi conveniva per diventare favoriti e si sparlava dietro ai propri colleghi. Ad un certo punto la mia permanenza nel programma è giunta a un termine: sia per decisione mia che per “divergenze creative“.
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