Notizie sempre più tetre ci giungono dagli States: dopo la notizia di ieri della morte di Michelle Trachtenberg, trovata morta dalla mamma nel suo appartamento, arriva ora la notizia che Gene Hackman (95 anni) e sua moglie Betsy Arakawa (63 anni) sono stati trovati senza vita nella loro casa di Santa Fe, insieme al loro cane. I media locali hanno riferito che non si sospetta alcun atto criminale, ma si sta indagando.
Vincitore di due Oscar su cinque candidature, quattro Golden Globe (di cui uno alla carriera), due BAFTA, un Orso d’argento e molti altri premi. Hackman ha vestito fin dagli anni sessanta i panni del cattivo per antonomasia, interpretando personaggi corrotti, spietati, amorali, connotandoli con cinico sarcasmo: lo sguardo forte, incisivo ma al tempo stesso ironico ha esaltato la sua “capacità di impersonare uomini burberi, spicci e dal convincente realismo”.
Tra i tanti personaggi interpretati si ricordano: l’investigatore Harry Caul in La conversazione (1974), il poliziotto in bilico tra la mala e la giustizia de Il braccio violento della legge (1971), il segretario alla difesa gelido e nervoso di Senza via di scampo (1987); l’abile, spietato e sprezzante addomesticatore di giurie in La giuria (2003), il presidente freddo e cinico di Potere assoluto (1997), il duro e intransigente sceriffo Little Bill Dagget de Gli spietati (1992), l’agente federale dai modi spicci e diretti di Mississippi Burning – Le radici dell’odio (1988), il rubicondo e irascibile sbandato de Lo spaventapasseri (1973), il supercriminale Lex Luthor, antagonista di Superman, nell’omonimo film del 1978 e nei sequel Superman II (1980) e Superman IV (1987).
Non mancano nella sua carriera personaggi più leggeri, come l’eremita cieco Abelardo in Frankenstein Junior (1974), il politico ambizioso in Piume di struzzo (1995) o l’estroso padre di famiglia Royal ne I Tenenbaum (2001). La sua ultima interpretazione è del 2004 nel film Due candidati per una poltrona, mentre nel 2008 ha annunciato il suo ritiro dalle scene.
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