Blitz della polizia nel cuore della notte a Napoli per controllare Emilio Fede. Recatosi a Napoli per partecipare al funerale della moglie Diana de Feo, scomparsa a 84 anni martedì scorso, il giornalista, ex direttore del Tg4, ha avuto la visita di due agenti della questura di Napoli che si sono presentati alla porta della sua camera d’albergo per verificare che avesse tutte le autorizzazioni delTribunale di Sorveglianza di Milano, dal momento che sta scontando la sua pena agli arresti domiciliari. È stato lo stesso Fede a raccontare quanto successo a “Il Roma”:
“Ma in che Paese siamo? Ero arrivato in auto mercoledì notte da Milano, dopo aver ricevuto tutte le autorizzazioni del caso per la mia posizione detentiva, per salutare e dare l’addio all’unico grande amore della mia vita, la mia Diana. Avevo poi preso parte ai funerali nella chiesa del Vomero e dopo un cena veloce con mia figlia ero rientrato in albergo, accompagnato dalla mia assistente, che mi aiuta in ogni momento della giornata, non essendo io più autonomo nei movimenti”.
Il giornalista racconta, poi, che un fatto del genere era già accaduto mesi fa:
“Era già capitato a dicembre la stessa cosa e sempre intorno alle quattro del mattino.Stessa scena, stessa storia. Ho cercato di spiegare che ero stato autorizzato regolarmente per gravi motivi di famiglia, ma solo dopo un meticoloso controllo dei documenti miei ma anche della mia collaboratrice, hanno lasciato la camera. Ancora una volta hanno voluto trattarmi come un boss“
A quanto pare un disguido nelle comunicazioni che si è risolto in poco tempo ma che ha lasciato l’amaro in bocca ad Emilio Fede che conclude:
“Devo un grande rispetto alle forze dell’ordine, lo stesso che aveva sempre mia moglie e che io devo continuare ad avere, anche per rispetto alla sua memoria”.
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