Emilio Solfrizzi è stato intervistato da Il Messaggero dove ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera. Ecco un estratto:
A 63 anni si sente più in credito o in debito?
«In credito. Da un lato penso di essere fortunato perché venendo dalla Puglia ho fatto un percorso che molti giudicano ottimo. Dall’altro penso di poter dire ancora la mia, per questo la Rai che mi snobba o il cinema che non mi propone progetti adatti a me mi fanno star male. Quello che ho fatto è sempre andato bene: perché non dovrei pensare di poter dare ancora un contributo?».
Quando da Bari nel 1998 venne a Roma dopo aver sciolto il duo comico Toti e Tata, cosa cercava?
«Ero ambizioso e volevo di più. Io e Antonio (Stornaiolo, ndr), che per me è più di un fratello, eravamo famosissimi in una zona che andava più o meno da Salerno fino a Cosenza, ma un chilometro dopo tornavamo a essere due sconosciuti».
Il pugliese Checco Zalone le piace?
«Sì, tanto. È stato così onesto da dire che per lui tutto è cominciato grazie a quell’humus creato da me e Antonio con Toti e Tata».
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