Enrico Ruggeri è stato intervistato da Corriere.it in cui ha avuto di commentare le dichiarazioni rilasciate da Alessandro Gassmann circa il chiamare o meno la polizia quando si scopre che uno dei vicini fa un party. Ecco un piccolo estratto:
Ruggeri, l’ennesimo putiferio su Twitter… Qual era la sua intenzione vera: attaccare Gassmann?
«Ancora una volta, mi rendo conto che oggi su Twitter tutto diventa enorme. Se quella battuta l’avessi fatta ad Alessandro a cena insieme, ne avrebbe riso anche lui. Mi dispiace molto la contrapposizione e il malcostume di cui spesso sono stato vittima anche io».
Di cosa parla esattamente?
«Che se non sei d’accordo con qualcuno lo attacchi sul privato, sul professionale. Mi hanno detto “hai una voce di m..” e altre cose del genere solo per esprimere il loro dissenso. Subito si delegittima la vita delle persone».
Dunque ora lei si è ritrovato nemico di Alessandro Gassmann senza volerlo?
«Esatto. Ho letto insulti su di lui, la sua famiglia, suo padre. Una cosa orribile. Alessandro è un grande attore e regista che ha un peso (il cognome) terribile da portare, ma lo porta egregiamente. Il suo film “Il premio” è bellissimo. Questa guerra di tutti contro tutti – che Hobbes aveva previsto secoli fa – è terribile. E twitter amplifica le controversie».
Entriamo nel merito della questione: se vede 30 persone assembrate senza mascherina cosa fa? Tace, interviene, chiama le forze dell’ordine?
«Non so rispondere. Posso dire però che se lo faccio, lo farei sempre e per tutto. Se vedo uno che ruba una macchina, uno che picchia la fidanzata, se alla Stazione Centrale vedo tre tizi che si scambiano una bustina».
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