La giornata conclusiva della 2a edizione del Terni Pop Film Fest – Festival del Cinema Popolare, diretta da Antonio Valerio Spera e organizzata da Michele Castellani, ha avuto due grandi eventi di chiusura: la Masterclass di Enrico Vanzina dal titolo Viaggio nella storia del cinema popolare, a cui è seguito il premio alla carriera e l’anteprima del film spagnolo Yuli – Danza e Libertà di Icíar Bollaín con la presenza direttamente da Cuba dell’attore Santiago Alfonso.
“Ormai i produttori sono dei poveracci che fanno i film con i soldi degli altri. Anche per questo non abbiamo più il cinema popolare”
così ha affermato Enrico Vanzina durante l’affollata Masterclass. Nell’incontro, Vanzina ha sottolineato come “negli ultimi quindici anni non abbiamo più una rappresentazione di questo paese attraverso i giovani”. Vanzina ha proseguito affermando:
“I giovani si sono molto allontanati dal cinema. Non solo sono diffidenti nell’andare in sala ma anche nel raccontare il cinema. Si sta creando un enorme vuoto generazionale che non riusciamo a riempire in nessun modo. Un cinema così diventa formalista, sparisce. Questa è davvero una cosa drammatica”.
Enrico Vanzina, ha infine concluso parlando del suo libro dal titolo Mio fratello Carlo dedicato al fratello scomparso lo scorso anno.
“Volevo scrivere la storia d’amore di due fratelli. Tra i vari aneddoti c’è un momento in cui eravamo in ufficio Carlo ed io. Lui stava male, lui lo sapeva ed anche io ovviamente. Ma nonostante la malattia continuava a venire in ufficio come se niente fosse e con una forza incredibile. Un giorno c’è stato un lunghissimo silenzio. E’ venuto verso di me, mi ha sfiorato i capelli e mi ha detto “non ti preoccupare, ho avuto una vita meravigliosa”. E’ vero, ha avuto una vita meravigliosa. Abbiamo girato il mondo cercando di lavorare con tutti i più grandi attori italiani e non solo. Bisogna innamorarsi degli attori quando si fa cinema e bisogna innamorarsi anche delle donne. Carlo nutriva un fortissimo amore nei confronti delle donne. E’ meraviglioso aver fatto il cinema popolare”.
Il cineasta ha, infine, concluso con una citazione di Flaiano:
“Scrivere serve a sconfiggere la morte – ha affermato Vanzina – me lo disse Flaiano quando da ragazzo gli chiesi a cosa servisse scrivere. Mi piace pensare che un giorno una ragazza giovane di Terni o di qualunque altra città entrerà in libreria e toccherà questo libro. Così scoprirà Carlo ed io avrò sconfitto la morte”.
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