A partire dal 10 gennaio sarà disponibile alla vendita l’autobiografia di Ezio Greggio: «N°1 – Una vita di avventure, incontri, scherzi e risate», libro nel quale il conduttore e attore ripercorre quasi mezzo secolo di carriera senza un attimo di respiro: retroscena e aneddoti divertenti, scherzi combinati a colleghi e a malcapitati vari, trasferte per serate di cabaret che sembrano episodi di una fiction. E i racconti esclusivi legati a tante amicizie: da Gianfranco D’Angelo a Mel Brooks, da John Landis a Enzo Iacchetti, da Kelly LeBrock a Carlo ed Enrico Vanzina, passando per Leslie Nielsen e una sua certa infernale invenzione.
Intervistato da Il Corriere, Greggio ha dichiarato: «Non ho detto proprio tutto altrimenti sarebbe stata l’Enciclopedia Britannica, ma ho voluto raccontare una parte del mio viaggio professionale: gli aneddoti più divertenti, i personaggi che ho incontrato e con cui mi sono fatto un sacco di risate».
Qui un estratto dell’intervista:
Conta più il talento o la fortuna nel suo mestiere?
«È un po’ come nel calcio: se sei un pezzo di legno è difficile emergere. Io avevo la fortuna di avere occhio e orecchio: andavo a vedere le prove a teatro di Peppino De Filippo e per me valeva come fare venti università. E, ancora come nel calcio, se giochi con quelli forti diventi più bravo anche tu».
Bisogna anche guardare le cose dalla giusta prospettiva.
«Certo, se sei arrabbiato nero è difficile far ridere. Ogni cosa si può leggere con una chiave ironica. E cerco persone che la vedano così. Con Enzo (Iacchetti, ndr), per dire, ci guardiamo in faccia e ridiamo, senza sapere perché».
Anche lui è stato vittima dei suoi scherzi.
«A una cena di lavoro ho assoldato un’attrice perché si fingesse davanti a tutti una sua ex fidanzata…».
Nel libro ricorda D’Angelo con grande affetto.
«La nostra è stata un’amicizia irripetibile. Non sarebbe giusto, però, far prevalere la nostalgia. Mi piace celebrare il gran bel ricordo che ho di lui. Quando ci si sente tristi il mio consiglio è sempre di andare in cerca di qualcosa che strappi un sorriso. Spero possa farlo anche il mio libro».
I suoi film, oggi rivalutati, hanno avuto forti critiche.
«Penso a Yuppies, che già all’uscita aveva fatto il botto ma era stato criticato. Ora è un cult. Con Carlo e Enrico Vanzina c’è stato e c’è un legame fortissimo. Con Enrico dopo Lockdown all’italiana stiamo già pensando a cose nuove. Per lui ci sarò sempre».
Tra gli altri, Vittorio Gassman.
«Prima di andare in studio convocò me e Enzo in camerino. Noi ci inginocchiammo e lui, con la sua voce unica, ci disse: “Sia ben chiara una cosa, non cominciate a prendermi per il culo”. Il mio modo di chiamare le veline è un omaggio a lui: in puntata chiese di poterlo fare, enfatizzando la gassmanata. Ci definì i suoi eredi in un’intervista: conserviamo ancora quel ritaglio».
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