Il film
Uscito nel 1983, il film è diretto da Carlo Verdone, con protagonisti ovviamente lo stesso Verdone, Natasha Hovey, Florinda Bolkan, Fabrizio Bracconeri ed Elena Fabrizi (quest’ultima vinse per la sua interpretazione il David di Donatello 1984 come Migliore attrice non protagonista).
Verdone, alla sua quarta regia, oltre ad essere il principale protagonista del film, è anche uno degli autori del soggetto e della sceneggiatura.
La trama
Sandy Walsh (Natasha Hovey) è una famosa baby-modella statunitense, appena arrivata a Roma per una serie di servizi fotografici e sfilate che la impegneranno per qualche mese; la quindicenne è accompagnata dalla madre Wilma (Florinda Bolkan) e dal patrigno Ted (Glenn Saxson). I genitori cercano un insegnante privato per l’educazione della figlia durante il soggiorno romano, dando mandato al segretario Guidi (Michele Mirabella) di contattare padre Michael Spinetti (Philip Dallas), un noto teologo e professore, ma al telefono dell’istituto religioso risponde il bidello Rolando Ferrazza (Carlo Verdone), trentenne laureato col massimo dei voti in perenne attesa di un posto da docente, che vive con la nonna (Elena Fabrizi).
L’intervista
A Repubblica.it l’attore romano Fabrizio Bracconeri (uno dei protagonisti del film) ha rilasciato una lunga intervista. Vi riportiamo qui qualche passaggio legato a Verdone:
“Vengo da una famiglia normale di Trastevere. Abitavamo in via della Lungara. Mio zio aveva un’officina dove aggiustava le auto a Campo de’ Fiori. E là ho fatto l’incontro che mi ha cambiato la vita. Uno dei clienti era Carlo Verdone. Io nel frattempo ero riuscito ad avere una piccola parte nel film Arrivano i gatti del gruppo comico “I gatti di Vicolo Miracoli” di cui ero fan. Però Verdone era Verdone ed ero venuto a sapere che in quel momento stava scrivendo Acqua e sapone. L’ho preso per sfinimento, ogni volta che lo vedevo in officina dicevo: “Verdo’ famme fa’ un film, famme fa’ un film, famme fa’ un film”. E alla fine Enrico Oldoini che era il co-sceneggiatore disse: “Se ci rompe tanto le scatole proviamolo, magari è bravo”. Verdone è un grande. Ce ne sono pochi come lui che riescono a scoprire i personaggi e poi a valorizzarli. A me spiegò dalla A alla Z quello che dovevo fare sul set. Non avevo nemmeno 18 anni. Mi ricordo che nella scena del film in cui guido una macchina rossa non avevo ancora la patente. Perché non abbiamo fatto più niente insieme? Deve chiederlo a lui. Forse non è capitata l’occasione giusta. La farei subito una parte per lui. Dopo più di 40 anni sarebbe bello.“
Conclude:
“Da otto anni sto nella Valderice in provincia di Trapani. Sono andato via da Roma perché mio figlio Emanuele, di 22 anni, soffre di una forma di autismo grave che si associa al ritardo mentale. Qua, insieme a mia moglie, abbiamo trovato un istituto psico medico pedagogico che ha fatto fare notevoli miglioramenti a Emanuele. Quindi abbiamo deciso di rimanere in Sicilia dove abbiamo restaurato una casa che avevamo preso qualche tempo prima.“
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