Ospite di “Oggi è un altro giorno”, Fausto Leali ripercorre 60 anni di carriera partendo dai suoi primi lavori come garzone di una salumeria:
“Non mi sono mai montato la testa. Sono nato in una realtà in cui ho cominciato a lavorare prestissimo. A undici anni, dopo la scuola elementare, ho cominciato a svolgere i primi lavori, ma suonavo anche la chitarra. Poi qualcuno si è accorto del mio talento. A undici anni facevo il garzone in salumeria portando i pacchi in giro”.
Un periodo difficile per il cantante che ricorda il padre, tornato dalla guerra con una gamba amputata:
“La famiglia cresceva e doveva lavorare. Faceva il fabbro e aveva una protesi, ma la sera, quando tornava a casa la ferita si apriva. E’ stato un brutto momento. La povertà che ho vissuto a me è sembrata una vita, ma in realtà è durata poco perché a 14 anni ho avuto il primo ingaggio da una band che mi aveva sentito in un concorso a Brescia. Guadagnavo 3mila lite al giorno e mi sentivo ricco. Davo tutti i giorni a mamma e gestiva tutto lei”.
Nel corso della carriera, la strada di Fausto Leali incrocia quella di Adriano Celentano, al quale il cantante rivolge una frecciatina:
“Non mi ha voluto. C’era il fratello Alessandro che mi faceva il filo però discograficamente non mi ha preso ed io l’anno dopo gli ho venduto 3 milioni e mezzo di copie con ‘A Chi’. Poteva stare un po’ più attento”.
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