Intervenuto per presentare il suo quarto film da regista, Morrison, Federico Zampaglione si è soffermato a lungo a parlare di musica e di successo:
“Questa cosa di perseguire il successo. Per me è una grandissima caxxata. Io non ho mai fatto musica spinto dal successo, dall’idea di fare successo per due motivi: il primo è che è qualcosa di troppo effimero, seconda cosa non lo puoi prevedere in nessun modo. Io ho iniziato perché mi piaceva suonare la chitarra. Questa è stata la motivazione. Mi piaceva il blues e ho iniziato nei club con quello. Quello che mi piace è che non si vuole rinunciare ad una passione, non agli effetti positivi che questa passione può darti.”
E poi aggiunge:
“Non bisogna essere proiettati su quello che puoi avere dalla musica ma incentrato su quello che puoi dare a te stesso e a chi hai vicino senza entrare in un meccanismo così perverso come il successo. Il senso è fare qualcosa per se stessi, non fare i soldi o arrivare al primo posto in classifica. Amare lo strumento che suoni appartiene a te. Il successo no.”
E non si risparmia nel raccontare un’aneddoto di quando era giovanissimo e andava in giro a suonare con la sua band:
“É capitato anche a me, come al personaggio del film, di andare in giro a suonare. Una volta ci portarono in un posto ed eravamo più noi sul palco che quelli che ci sentivano. Io sono stato come il mio protagonista: avevo il mio gruppetto, con la cannetta, avevamo grandi speranze. Ho rivissuto pezzi della mia vita e li ho messi in questo film. Mi ha riportato indietro nel tempo, a momenti spensierati. C’è un po’ di me anche a livello sentimentale.”
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