Gerry Scotti è stato intervistato dal Corriere dove ha raccontato alcuni momenti iconici della sua carriera ed ha parlato anche dei suoi progetti futuri. Ecco un estratto:
È in assoluto tra gli uomini più popolari d’Italia. Ma per errore?
«Facevo la radio e mi sembrava il massimo. Sentiamo Linus da 30 anni: se non avessi preso la mia strada, oggi sentireste lui e me, perché quello volevo fare, la radio».
Poi, però, è arrivata la televisione.
«Cecchetto si è preso la briga per primo di dirmi che quello che facevo in radio potevo farlo, allo stesso modo, in tv: aveva inventato la radio visione con Deejay television. Mi sembrava il massimo allargamento della mia professionalità: lo vivevo come una protesi, come un abusivismo che prima o poi avrei condonato. Non vedevo l’ora di tornare a fare solo e soltanto la radio».
Invece, dopo qualche anno, si è ritrovato a condurre anche il Festivalbar.
«Non posso dire che mi sia capitato per caso, ma quasi: sempre Cecchetto mi aveva proposto di fare le telepromozioni al posto suo, così ho passato l’estate del 1987 dietro le quinte del Festivalbar. La serata della finale, all’Arena di Verona, davanti a 30mila persone, esco per fare la mia pubblicità delle patatine. Salvetti, il patron della manifestazione, aveva una stanzina grande un metro per due, da dove supervisionava tutto. Sente il boato e urla: vi avevo detto di non far salire sul palco nessun cantante. Al che, imbarazzati, gli dicono che ero uscito io a fare le telepromozioni. Appena finisco mi chiamano, bianchi in volto: devi andare da Salvetti. Ecco, ho pensato, è successo il patatrac. Entro nella sua stanza e mi dice: “Gerry Scotti? L’anno prossimo il Festivalbar lo presenti tu”». (Qui il conduttore si commuove, succederà altre volte ndr.).
Una sorpresa totale.
«Non era nemmeno nelle mie speranze. Questo è stato il primo grande atto contro la mia previsione e anche contro la mia volontà».
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