“Poco prima di morire pensammo di rifare Rischiatutto: era triste perché Berlusconi non gli rispondeva più al telefono. Venne ospite da me in tv travestito da Lawrence d’Arabia con un cammello (vero): stupirmi lo rendeva felice”. Così Fiorello ricorda Mike Bongiorno in una lunga intervista al Corriere della sera in occasione dell’imminente 100° compleanno che Mike avrebbe compiuto il prossimo 8 settembre.
Per Rosario Fiorello, Mike Bongiorno è stato un maestro, un complice, il genio capace di sorprenderlo e spiazzarlo. Soprattutto, una persona su cui poter contare, in onda e lontano dalle telecamere. Ad accomunarli stima reciproca, affetto e l’ironia dei grandi, di chi non si prende mai troppo sul serio.
“Durante le mie giornate c’è sempre qualcosa che mi rimanda a Mike, qualcosa che ha fatto, qualcosa che ha detto, qualche consiglio che mi ha dato. Mike c’è sempre, per me era ed è immortale, non mi è mai sfiorata l’idea che lui un giorno potesse andarsene”,
La loro conoscenza risale a diversi anni prima della collaborazione professionale.
“Era la serata dei Telegatti, ero seduto accanto a Mike che si rivolse a me con queste parole. ‘Ma lo sai che tu sei proprio bravo, tu potresti andare in America perché uno come te in America avrebbe grande successo. Lo sai l’inglese? Ah no! E allora devi studiarlo, non puoi non sapere l’inglese’.
Un altro aneddoto, sempre ai Telegatti:
Un’altra volta l’incontrai, sempre ai Telegatti, e vedo che osserva il mio orologio. In quel periodo, Mediaset pubblicizzava cinque orologi con stemmi nobiliari al prezzo di 99 mila lire e io pensavo che fosse uno di quegli orologi. Mike mi guarda e dice: “Ma qui abbiamo un orologio da intenditore eh, come mai tu hai un orologio del genere eh?» “Mike, me l’hanno regalato”. “Te lo hanno regalato?”, mi fulminò con aria perplessa. Il giorno dopo io mi fiondo in una gioielleria e dico “scusi ma quanto vale questo orologio?”. Era un Franck Muller Casablanca del valore di 10 milioni delle vecchie lire che il signor Franck Muller in persona mi aveva mandato. Ma la storia non finisce qui. Passa un anno e una sera Mike bussa al mio camerino, apre la porta, si affaccia, mi mostra il polso cinto da un orologio e dice testuali parole: “Questo è quello da 24 milioni”. Chiude e se va.
Per Mike la fortuna a un certo punto cominciò a incrinarsi. Era ormai praticamente sparito dalla televisione, quando Fiorello lo volle con sé:
Stavo facendo degli spot per Infostrada e poi per Wind e mi venne l’idea di coinvolgere Mike».Fiorello rivive quei momenti, li rende plastici: «Devo dire che lui si divertiva tantissimo, tra l’altro giravamo degli sport veramente belli con i registi importanti, da Paolo Virzì a Gabriele Muccino, insomma nascevano delle belle storie tra me e lui e devo dire che funzionavano tantissimo. La sera lui mi chiamava per dirmi “allora domani da cosa ci travestiamo”. Gli piacevano gli spot in costume. Una volta stavamo girando una scena diretta da Virzì in cui noi due eravamo vestiti da barboni, da clochard. Alla pausa, vado a chiamarlo per andare a pranzo, apro la porta della roulotte e resto stupito: “Ma Mike non ti sei ancora cambiato?”. “No non voglio cambiarmi, voglio andare direttamente vestito così al ristorante perché voglio vedere le facce della gente, che cosa pensano quando mi vedono vestito così” (lo spot non era ancora andato in onda, ndr). Vestito da barbone, Mike entra nel ristorante e dice “allegria!” e tutta la gente si gira stupita. Era vestito con degli stracci, aveva la faccia sporca e con la felicità di un bambino mi dice: “Hai visto come mi guardano, pensano tutti che sia caduto in disgrazia”. Io mi divertito come un pazzo e mi diverto ancora oggi quando ci penso.
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