La Talpa è tornato in tv dopo una lunga pausa, anche se in una veste completamente rivista rispetto al passato. Il nuovo reality condotto da Diletta Leotta, rispetto all’ultima edizione trasmessa nel 2008, non va in onda in diretta, non dispone di uno studio ed è stata registrata per intero prima che la primissima puntata fosse trasmessa. Una scelta che rischia di snaturare il programma e che ha sollevato non poche perplessità.

Contattato da Fanpage, Franco Trentalance, indimenticabile protagonista dell’edizione trasmessa su Italia1 nel 2008, ha commentato così il cambio del programma:

Che impressione ti ha fatto la prima puntata della nuova edizione de La Talpa?

Una premessa: faccio gli auguri all’edizione 2024 de La Talpa perché è un reality a cui sono molto affezionato. Certo presenta, almeno in partenza, qualche criticità. Non c’è la diretta, cosa che può essere un problema perché nessun aspetto del programma potrà essere corretto in corso d’opera. Non c’è nemmeno lo studio. In più sono a Viterbo. La Talpa è un adventure-game: girarlo nel Lazio invece che su un fiume in Sudafrica dà un’impressione diversa dell’insieme. Poi magari è solo fumo negli occhi ma la location produce una differenza per i concorrenti anche a livello psicologico. Noi eravamo tagliati fuori dal mondo sotto ogni punto di vista. Restare in Italia rischia di far perdere un po’ di fascino al programma.

Questa edizione, a differenza della tua, va in onda da una villa.

Esatto. Sono in una villa tutti vestiti bene. Noi eravamo sporchi di fango dalla mattina alla sera. La doccia di 40 minuti cronometrati che ho fatto al ritorno in Italia la ricordo ancora come uno dei momenti più belli.

Un’altra differenza sta nel momento in cui al concorrente prescelto viene comunicato che sarà la Talpa. Nel vostro caso, accadde in diretta tv. Quest’anno, invece, la scelta della Talpa è avvenuta senza telecamere.

Eravamo già agitati prima di cominciare. In più, dovemmo leggere il biglietto che ci comunicava la nostra identità nel gioco e, contemporaneamente, mantenere un’espressione che non lasciasse trapelare nulla mentre le telecamere facevano un’inquadratura strettissima sulla nostra espressione. Io non avevo ancora la certezza mi avrebbero scelto ma qualche sospetto lo avevo avuto.

Perché?

Fu un’intuizione. Gli autori mi facevano sempre più domande rispetto agli altri e quello mi aveva insospettito. Ricordo che, mentre leggevo il biglietto, mi ripetevo velocemente in testa “Sono un concorrente normale” così da poter mantenere un’espressione neutra. Quest’anno questa parte non c’è stata e, in verità, in generale mi è sembrato più Temptation Island che La Talpa.

Quanto intervengono gli autori nel gioco per aiutare la talpa a non farsi scoprire?

Poco, quasi per niente. Ero un pornodivo affermato e di fama internazionale abituato alla battaglia ma a un certo punto ho perfino pensato a un modo per ritirarmi senza mettere in crisi il programma. Gli autori vedevano tutti concorrenti per 10 minuti circa una volta a settimana dando solo vaghe indicazioni generiche  Nel mio caso, per evitare di destare sospetti, gli incontri duravano ancora meno. Si limitavano a dirmi che ero bravo e che si fidavano di me.