Seva Borzak jr, ospite a “Oggi è un altro giorno”, ha ricordato la mamma Gabriella Ferri, celebre cantante romana morta in seguito a una caduta da una finestra della sua casa di Corchiano, in provincia di Viterbo nel 2004:
“Mi hanno dato la notizia mentre ero a Roma, dove mi ero trasferito con la mia famiglia. Ho preso la moto e sono partito, però purtroppo quando sono arrivato era già troppo tardi. Mamma era comunque in un periodo positivo, aveva ricominciato a lavorare ed era felice del mio ritorno in Italia, che avevo lasciato a 14 anni per andare a studiare all’estero”
Commosso, ha, poi, ricordato il rapporto che aveva con la madre, alla quale domani verrà intitolata una piazza a Roma:
“Ero figlio unico, non avevo concorrenza, le facevo tutte le confidenze, molto di più che a mio padre. In seconda elementare mi ero innamorato e la prima cosa che ho fatto l’ho detto a mia mamma, le potevo dire tutto, non avevo alcun pudore, ero molto vicino in questo. Lei mi consigliava di fare tutto con amore.”
Seva racconta che ascolta spesso le canzoni della madre con i suoi figli:
“La rivedo spesso in video e la ascolto anche a casa insieme ai miei figli. Fa parte della nostra quotidianità. Ho sei figli, tre hanno conosciuta mamma, la più grande Nadia aveva una relazione molto profonda e complice con lei, è quella che le somiglia di più e che ha seguito i suoi passi nel mondo della musica. L’ho scoperta artisticamente nell’adolescenza, prima ero molto geloso del suo lavoro perché me la portava via, l’ho riscoperta quando me ne sono andato di casa.”
Artista sensibile e all’avanguardia, Gabriella Ferri soffrì di depressione ed ebbe grandi periodi di sconforto che il figlio racconta così:
“Era un equinozio, come il giorno e la notte, aveva dei momenti di profonda felicità, di allegria, armonia e pace, e poi momenti turbolenti, difficili, di timore, di ansia. Tutti abbiamo alti e bassi, ma lei era molto sensibile e quindi soffriva di più. Da bimbo cercavo di consolarla, di aiutarla, mio papà era spesso e fuori e le facevo capire che c’ero e questo penso che l’aiutava.”
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