Il comico Gene Gnocchi è stato intervistato dal Corriere.it dove ha avuto modo di raccontare alcuni suoi aneddoti del passato e anche i suoi progetti futuri. Ecco un piccolo estratto dell’intervista:
Tra i suoi grandi sodali e amici del palco e della tv c’è Teo Teocoli.
«Un grandissimo. Se ti vuole far ridere ti fa ridere. Ricordo quando veniva in camerino e faceva l’elettricista: si sdraiava vicino alla presa e ti chiedeva di dargli un cacciavite… Esilarante… Da Teo c’è solo da imparare. Ed è generoso, se pensa che una battuta stia meglio sulla tua bocca te la lascia. È una cosa rarissima».
Prima venne Raimondo Vianello.
«Un aplomb e una raffinatezza. Non aveva mai bisogno di andare sopra le righe… Gli bastava un niente per cambiare il verso della conversazione. Una volta mi disse: non faccio per vantarmi ma ho sonno…».
E i tanti anni a «Quelli che il calcio»?
«Simona Ventura conduceva con Maurizio Crozza che faceva i personaggi e con me che facevo il guastafeste e il grillo parlante. Simona si fidava ciecamente. Tre ore di trasmissione e prima non voleva sapere niente. Una volta è venuto David Bowie e gli ho chiesto: scusi, lei arrivando da Londra ha trovato traffico? Lei si è inferocita: ma che cazzo chiedi! Diventava matta… (ride) Quando intervenne il ministro Gasparri in diretta per attaccare la satira, lei fu una leonessa nel difenderci…».
Sembra passato un secolo da Zelig…
«Non c’è più quella voglia. Forse negli ultimi tempi qualcosa ancora si sperimenta nelle seconde serate: Lundini, Ale e Franz, Barbareschi… Ma oggi nei social chiunque abbia 50 like in due minuti diventa un comico, anche se poi la vera misura te la dà il palco in spettacoli di un’ora e mezza».
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