Gerry Scotti è stato intervistato da Sorrisi e Tv in occasione delle 1000 puntate di Caduta Libera. Ecco un piccolo estratto:
La sua sfida, ha detto, è stata «trasformare un esperimento estivo in un classico della televisione».
«Vuol dire essere entrato non solo nelle case, ma anche nel costume degli italiani. Fra vent’anni si dirà: “Ti ricordi quel programma di Gerry Scotti?”. “Quale, quello delle botole?”».
C’è un po’ l’orgoglio di aver messo un tassello nella storia della tv?
«Sì, penso di esserci riuscito. Per altri programmi mi sono limitato a cavalcare grandi classici: “Striscia la notizia” esisterebbe senza di me, “La Corrida” l’aveva fatta Corrado. Forse c’è più orgoglio per “Tú sí que vales”, con Maria De Filippi ci abbiamo creduto dall’inizio».
È abituato ai grandi numeri: 1.553 puntate di “Passaparola”, 1.706 di “Chi vuol essere milionario?”…
«Quelle due trasmissioni erano frutto di un momento di grande floridità della tv commerciale, tutto doveva essere scoperto ed esplodere. “Passaparola” ha sdoganato il “preserale” e nel mondo dei quiz il “Milionario” è stato come lo smartphone in quello dei telefonini».
Ora che cosa c’è di diverso?
«Che in questi anni, tra la pandemia, io ho rischiato la vita con il Covid, una crisi economica, questo “mille” ha un significato più rotondo e mi riempie il cuore».
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