Ghigo Renzulli è stato intervistato dal Corriere della Sera in occasione dell’uscita dell’album “Dizzy”:
È soddisfatto dell’album?
«Nel momento dell’uscita sono sempre soddisfatto, mi è successo per tutti gli album pubblicati in vita mia. Poi dopo sei mesi comincio a pensare che qualcosa poteva essere fatto diversamente. Adesso sono molto contento, lavorare a un disco strumentale è più impegnativo rispetto a un lavoro con un cantante».
Ascoltando «Dizzy» si sente in sottofondo l’anima Litfiba. Corretto o sbagliato?
«È naturale. Oltre a essere il compositore dei Litfiba sono stato anche il chitarrista. Sono un musicista melodico e compongo con chitarra acustica e voce e dopo porto la melodia vocale nei riff, per questo motivo tutto quello che scrivo è cantabile e fischiettabile. È il mio marchio di fabbrica e sentirci i Litfiba è del tutto normale».
«La presi male. Mi ricordo che a un concerto un ragazzo tra il pubblico riuscì a superare il servizio d’ordine perché voleva menarmi in quanto mi riteneva responsabile dell’abbandono di Piero dal gruppo».
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