Un Ghostbusters 3 è stato sempre pronto nella mente di Dan Aykroyd. Negli anni 90 aveva l’idea per un terzo capitolo, stessa cosa annunciata anche negli anni 2000. Poi quando è uscito Ghostbusters: The Video Game si disse che la sceneggiatura di Ghostbusters 3 che Dan Aykroyd e Harold Ramis avevano in mente fosse proprio quella mostrata nel videogioco e in effetti quella storia era incredibile, divertente e piena di azione.
Poi Harold Ramis (Egon) morì nel 2014, e ogni probabilità di rivederli sul grande schermo sparì. Qualche anno dopo arrivò anche quel Ghostbusters al femminile che venne distrutto e mal visto ancora prima di uscire in sala (e attenzione, ve lo diciamo qui a bassissima voce: manco era così male). Un vero flop.
Chiamalo fato, chiamala fortuna, chiamalo karma
Insomma, il franchise degli Acchiappafantasmi è rimasto sepolto malamente sotto le macerie, fino ad oggi.
Ecco infatti arrivare nei cinema, a trentadue anni di distanza dal secondo capitolo, Ghostbusters: Afterlife (Ghostbusters: Legacy in italiano). Ma di cosa parla questo film?
Vediamo una madre single (Carrie Coon) che non ha avuto un rapporto affettivo con il padre, latitante e defunto in circostanze misteriose. Insieme a lei ci sono i suoi due figli adolescenti Phoebe (Mckenna Grace) e Trevor (Finn Wolfhard), asociale scienziata in erba lei, sfigato teenager medio lui. Ecco per loro l’eredità del padre/nonno: una casa fatiscente nella provincia rurale americana. Elementi che, all’insaputa degli stessi personaggi, collegano i loro destini a quello degli storici Ghostbusters, che salvarono New York tanti anni prima…
Il viaggiatore è giunto
Ok, basta preliminari. Possiamo definire questo film veramente il terzo capitolo della saga? Sì e no. Sì perché segue splendidamente la continuity della saga, no perché i protagonisti sono altri. La pellicola omaggia romanticamente il primo film giocando tantissimo con i fan: l’utilizzo della colonna sonora, le citazioni, i rimandi al cartone animato. A proposito di citazioni, c’è una scena che richiama un “personaggio” del primo capitolo e che, anche se senza senso e fortemente fan-service (leggetelo in maniera negativa), fa morire dal ridere e funziona.
Questo film ha un grande merito, che farà godere e non poco tutti gli appassionati durante la visione: c’è una forte attenzione verso i gadget del team. Un attenzione materiale, fisica. Vivrete da vicino uno zaino protonico, come è fatto dentro, come si accende, tutto nel dettaglio. Stessa cosa per la famosa Ecto – 1 (la macchina): la vedremo protagonista con i suoi accessori interni compresa la bellissima poltrona eiettabile che funge da torretta, vista in azione solo nel cartone animato o nei giocattoli. Insomma una vera e propria riscoperta del mito originale attraverso l’oggettistica.
Sei tu un Dio?
E ora la ciccia: il film funziona? Ragazzi miei, sì.
Attenzione però: di difetti ce ne sono e anche molto ingenui che potevano risolversi con un po’ più di impegno in fase di scrittura. Uno spiegone veramente brutto anche se importantissimo che parte senza motivo, un paio di forzature evidenti qua e là, e qualche ingenuità di troppo. Ma potrebbero essere i difetti di un tipico film anni ’80, mettiamola così.
D’altro canto pregi si fanno sentire, eccome. A parte quelli sopra citati (colonna sonora, la storia dei gadget etc.) il film ha tanto, tantissimo cuore. Un umorismo che funziona alla grande, un paio di sequenze action veramente ben girate e una messa in scena sicuramente curata. Non possiamo parlarvene troppo per non rovinarvi la sorpresa, ma sappiate che se siete cresciuti con il mito degli Acchiappafantasmi il film farà breccia nel vostro cuoricino ormai adulto.
Ci vediamo dall’altra parte
Alla fine questo terzo capitolo non è altro che un gioco sentimentale che il regista (figlio del regista dei primi due capitoli) condivide con noi. Una questione di famiglia insomma, tra padre/figlio e tra film/spettatore. Un ballo a quattro. È questo però un capitolo che difficilmente porterà da qualche parte, va detto. Negli ultimi dieci minuti di film si percepisce che da una parte non si può tornare indietro, e dall’altra che la strada in avanti è veramente difficile da percorrere. Ma questo lo deciderà il pubblico, o peggio meglio ancora, il Dio Denaro.
Ghostbusters: Afterlife è un remake, un sequel, e un fan movie tutto insieme. È la (ri)scoperta della leggenda di questi Acchiappafantasmi da parte delle nuove generazioni, letteralmente. Molte cose ce le aspettavamo diverse e non ci hanno convinto, tante altre ci hanno sorpreso e divertito. E poi arriva il terzo atto del film dove servivano emozioni forti: E chi chiamerai?
Qui sotto vi lasciamo un brevissimo video per mostrarvi la bellezza della Premiere Europea del film dove abbiamo avuto la possibilità di vederlo anche noi:
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