In occasione del Ghostbusters Day, il regista di “Ghostbusters: Afterlife” Jason Reitman e il co-sceneggiatore Gil Kenan hanno parlato in esclusiva con The Hollywood Reporter dei prossimi capitoli della saga degli Acchiappafantasmi: si parla di due film, una serie televisiva animata, videogiochi e un fumetto seriale pubblicato dalla casa editrice statunitense specializzata in comics, la Dark Horse Comics. La notizia più succosa riguarda il nuovo film, di cui si sa già il titolo di lavorazione: Firehouse.
“Alla fine di Ghostbusters: Afterlife, l’Ecto-1 sta guidando verso Manhattan, tornando a casa. E prima che qualcuno sentisse il titolo Afterlife, l’abbiamo chiamato Rust City. Il che non avrebbe avuto senso per nessuno finché non avesse visto il film. Il nome in codice per il prossimo film è ‘Firehouse’”, ha dichiarato Reitman a THR.
Ma stavolta quel nome lo capirebbe chiunque, anche prima di vedere il nuovo film: si tratta infatti, ovviamente, del quartier generale degli Acchiappafantasmi nei due film degli anni ’80.
“Stiamo scrivendo il più velocemente possibile”, rivela Kenan, aggiungendo: “Avevamo la storia prima di finire Afterlife. E lo abbiamo realizzato con tutta la cura necessaria per trasformare Afterlife in un degno sequel”.
Jason Reitman ha fornito alla stampa anche un piccolo assaggio di quello che possiamo attenderci dalla storia del nuovo capitolo che continuerà a esplorare sia la storia della famiglia Spengler che quella di Winston Zeddemore e delle Zeddemore Industries.
Abbiamo discusso di quello che vogliamo veder accadere sia alla famiglia Spengler che al di fuori della famiglia Spengler […] Winston Zeddemore e le Zeddemore Industries avranno un ruolo di primo piano nel futuro di Ghostbusters.
Il filmmaker, con una punta di comprensibile emozione, specifica anche che lui e Gil Kenan sono riusciti a parlare del futuro di Ghostbusters anche con Ivan Reitman, morto, purtroppo, a metà febbraio.
Reitman Jr descrive così la reazione di Reitman Sr:
Era così emozionato. Era elettrizzato dalla direzione che volevamo percorrere. Stare lì seduto a parlare insieme a lui di quello che volevamo fare con la storia era una responsabilità non da poco, ma è l’entusiasmo che ha dimostrato che ci alimenta ancora anche oggi.
Commenti recenti