Ospite a “La volta buona” per parlare di Raffaella Carrà, Giancarlo Magalli spiega come nacque l’idea del famoso gioco dei fagioli di “Pronto Raffaella”, programma del quale fu autore:

“Avevo visto il gioco dei fagioli in America, c’erano questi negozi che vengono un po di tutto e avevo visto che si erano inventati sta cosa, mettevano una scatola di fagioli in vetrina e chi andava a far la spesa lì poteva fare una previsione del numero contenuto nella scatola”. 

Un aneddoto viene raccontato in studio sulla famosa camicia zebrata indossata dalla Carrà in “Rumore”:

“In realtà era un accappatoio della Rai, lei lo vide le piacque, chiamò la sarta e se la mise per rumore. Lei non amava la sigla di Mille luci con Mina, Mina le rifilò la sigla di apertura ma lei fiutò subito che non funzionava, infatti ‘Non gioco più’ di Mina arrivò al terzo posto, pur essendo la sigla di chiusura, mentre ‘Din don dan” arrivò solo 27esima e lei non voleva che se ne parlasse più!”

Magalli, inoltre, spiega come mai Raffaella Carrà è una figura ancora così moderna, una donna che ha precorso i tempi:

“Non ha mai cercato di seguire le mode ma le ha create in base al suo temperamento, in base al suo modo di sentire. E questo è stato vincente! Ho venduto alla Carrà una delle quattro case invendibili che Raffaella ha posseduto era casa mia. In realtà facemmo uno scambio perchè lei voleva proprio la mia perchè era a parete con Boncompagni, io mi dovevo sposare e dovevo andarci a vivere, poi si liberò un’altra casa e io presi quella e le cedetti la mia!”