Gianluca Grignani, intervistato su Rolling Stone Italia, ha parlato del suo album “La fabbrica di plastica” del 1996 che compie 25 anni. Nel corso dell’intervista, il cantautore ha ricordato il passato e a proposito del successo e dei guadagni dopo “Destinazione Paradiso”, dichiara:
“…Usavo i soldi per viaggiare, ma intanto la commercialista faceva investimenti sbagliati coi quali è andata via metà dei soldi che avevo guadagnato. E poi le tasse: pagavo prima di incassare…”.
E parlando delle persone che lo avvicinavano per approfittarsene, dichiara:
“Erano quasi tutti così e per me era difficile distinguerli e perciò non mi fidavo di nessuno. L’errore che hanno fatto è stato pensare che fossi ingenuo per via della faccia carina e dell’età. Pensavano che a un certo punto avrei mollato, che non avrei insistito per diventare quel che volevo essere. Loro volevano fare i soldi sfruttandomi al massimo”.
E poi aggiunge:
“…ero seguito da un avvocato, che lasciamo stare, guarda. Mi consigliò un amico suo che non faceva una mazza ed era al soldo della casa discografica. Se non altro era un appassionato di musica e mi fece conoscere certi dischi dei Cream o dei Grateful Dead. Ma era un continuo staccare assegni. Questa era la gente che mi girava attorno”.
Fonte: Rolling Stone Italia
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