Marianna e Marco Morandi, figli di cantante Gianni Morandi e dell’attrice Laura Efrikian, si sono raccontati al Corriere della Sera in una nuova intervista. I due, 55 e 50 anni, hanno raccontato le sfide e i privilegi della loro infanzia e e della loro adolescenza, condividendo aneddoti sulla severità del padre e la mancanza di normalità
Cosa avete preso dai vostri genitori?
Marco: «Da mamma, la svagatezza». Marianna: «Io da mamma l’indipendenza. E il rigore da papà. Però ci è mancata la leggerezza. Per dire: mia madre per addormentarmi mi leggeva l’Amleto». Marco: «E a me papà faceva leggere a voce alta L’idiota di Dostoevskij»
Volavano sberle. Sembra che ne abbia prese di più Marianna…
Marianna: «Non più di quelle che ho restituito a Marco! Mamma era più da mani. A papà bastava guardarci in silenzio e ci passava subito la voglia…».
Era davvero così severo?
Marianna: «Di più! Mi ripeteva: se vuoi fare qualcosa, devi essere la numero 1. Vuoi cantare? Devi essere come Liza Minnelli. Vuoi fare l’attrice? Allora come Monica Vitti, che peraltro al mare da mia madre in Sardegna mi diceva sempre che dovevo fare l’attrice comica. Capisce perché a un certo punto mi sono tirata fuori?».
Suo padre disapprovò la decisione di smettere di recitare per fare solo la mamma.
Marianna: «E aveva ragione. Anche mia madre e mio fratello non erano d’accordo. Io però ho scelto, non ho rinunciato: volevo farlo. Però, se avessi una figlia femmina non le suggerirei di fare così».
Cosa vi è mancato, da piccoli?
Marco: «Cose banali: il gelato con papà, la pizza il sabato sera. Lui veniva sempre preso d’assalto. Forse solo a Monghidoro riuscivamo a mangiare un gelato insieme». Marianna: «Non direi l’affetto, ma la presenza sì»
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