Ospite di Caterina Balivo a “La Volta Buona”, Gigliola Cinquetti ha avuto modo di spiegare il motivo per cui, dopo che lei cantò “Non ho l’età, Luigi Tenco la definì falsa:
“Quel pensiero non era solo suo, era abbastanza diffuso in un ambiente giovanile politicamente impegnato; siccome in quel momento il mondo andava in direzione della liberalizzazione della sessualità, la canzone è stata vissuta come un inno alla castità, cosa che non era. In realtà si parla del contrario, di una relazione tra due persone con una sostanziosa differenza d’età; vista con gli occhi di oggi può essere considerata una canzone femminista”.
Tra gli aneddoti raccontati, uno in particolare è piuttosto simpatico, la storia del ‘tamponamento’:
“Quando passavo in strada canticchiavano le mie canzoni e io pensavo mi prendessero in giro, una volta in Via Manzoni dicevano: ‘Hai visto chi c’è?’, e sono andati a sbattere! Erano 5 macchine, io sono scappata…”.
La cantante ha poi celebrato le esperienza al Festival di Sanremo, in particolare riferendosi all’ultima edizione dove Amadeus l’ha invitata a 60 anni dal suo brano più celebre, “Non ho l’età”. Altrettanto felice è il ricordo dei due anni prima, quando si è ritrovata sul palco dell’Ariston senza platea a causa del Covid:
“Mi sono sentita importante perchè andare nelle case delle persone quando non si poteva uscire penso sia stato un grande merito della Rai, di Amadeus e di tutto il team che ha organizzato quel Festival davvero difficile”.
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