Intervistato da “Il Tempo”, Gino Paoli si è raccontato senza filtri, a partire dal successo, che lui con le sue canzoni non ha mai cercato:
“Io credo nella legge della cernia. Sono un subacqueo da quando avevo 10 anni e posso confermare che quando la cernia la insegui lei scappa, se invece ti allontani ti viene dietro, ecco il successo è come la cernia: se gli corri dietro non lo trovi mai, anche perché se scrivi per accontentare qualcuno non sei onesto fino in fondo”.
Parlando della sua storia con Stefania Sandrelli, il cantante ha rivelato di essersela ritrovata anche a Roma, innamorata. É risaputo, infatti, che l’attrice pur di andare ad un suo concerto scappò di casa:
“La cosa straordinaria di Stefania è che è come l’acqua, trasparente, non ha finzioni, è la persona meno ipocrita che io conosca ed è rimasta così pur divenendo una prima donna del cinema”.
Tornando ad una delle sue canzoni più celebri, Sapore di mare, Paoli racconta dell’ispirazione nata durante un suo soggiorno a Capo d’Orlando in Sicilia:
“Andai da quelle parti inizialmente per fare una serata, poi ci chiesero di rimanere e noi, vista la bellezza del posto, alla fine ci fermammo per un mese, ricordo ancora la spiaggia, i pescatori, il pesce cucinato in riva al mare, così quando sono tornato a casa di getto scrissi questa canzone, è una delle poche canzoni che ho scritto come se me la dettassero”.
Non manca un ricordo legato a Raffaella Carrà:
“Io e la Carrà andavamo d’accordo, a me era simpatica, il segreto di Raffaella che, per carità, ha fatto in TV cose belle e meno belle, è che era vera, a differenza di tanta finzione che c’è nel mondo della TV. Qualsiasi cosa lei facesse ci credeva. Io ormai nella mia vita distinguo le persone non più tra brave e non brave, ma tra vere e finte, è questo che per me fa la differenza”.
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