Giobbe Covatta compie oggi 68 anni e per l’occasione ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Ecco un estratto:
Dallo «Zelig» 2008 non ha fatto più tv. Cosa è successo?
«Non è successo niente, me ne sono allontanato io. La tv non mi manca perché non mi è mai piaciuta tanto, anche se le riconosco il grande pregio della popolarità. Non c’è nessun giudizio etico o snobista, ma ad esempio non farei mai quello che fa Paolantoni in tv, ma non perché penso che lui faccia male a farlo, ma semplicemente perché a me non piace farlo: non lo farei con entusiasmo».
Lei da anni è ambasciatore di Amref, a sostegno dell’Africa.
«Quando un responsabile me ne parlò, dissi subito: Amref è cacofonico. Perché non lo chiamiamo Viva l’Afrìca? Non ha voluto cambiare nome ma mi ha detto: sai che sei bravo a fare ‘ste stronzate? È cominciata così. Io cerco di fare il comunicatore, anche se ho fatto pure le vaccinazioni ai bambini, ma non è il mio mestiere. Ecco: la mia presenza garantisce comunicazione più che una guarigione sicura».
Ora con sua moglie Paola Catella ha pubblicato «Il commosso viaggiatore».
«Sono l’unico scrittore al mondo senza computer, ma noi abbiamo affinato una nostra tecnica: io ammucchio una manica di scemenze, lei le traduce in qualcosa di senso compiuto. Il libro è un riassunto dei nostri 30 anni di viaggi in Africa».
fonte CORRIERE
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