Giorgio Tirabassi è stato intervistato da Tv Sorrisi e Canzoni ed ha parlato della sua nuova fiction in arrivo e del suo stato di salute dopo l’infarto di novembre, con un ricordo anche di Distretto di Polizia
A novembre ci ha fatto anche un po’ spaventare per la notizia di un malore…
«Infarto e sette giorni in ospedale. La botta è stata tale che ho proprio cambiato stile di vita. Ho persino chiuso con le sigarette, io che fumavo da sempre. Ogni tanto però mi capita di sognare che sto fumando. Che gran sogno. Il bello è che un sacco di programmi televisivi mi hanno invitato per raccontare quella esperienza, ma io ho detto no».
Perché?
«Non mi piace mescolare la sfera pubblica e quella privata. Lo so di andare controcorrente nell’epoca della “condivisione”. Ma mi sembra poco elegante. Anche i social li uso pochissimo, li trovo invadenti».
Eppure il luogo comune vuole che gli attori amino parlare di sé, esibirsi…
«Io mi esibisco sul palco. Quando scendo torno in famiglia e divento un’altra persona. Me ne accorgo perché sul set c’è sempre qualcuno che mi chiede: “Ha fame? Ha caldo? Le faccio portare un ventilatore?” oppure anche solo “Vuole un po’ d’acqua?”. Invece a casa, se non ci penso da solo, potrei anche morire di sete (ride)».
Sulla sua nuova fiction in arrivo su Rai 3 LIBERI TUTTI
È un avvocato “intrallazzone” abituato a girare con 25 milioni di euro nascosti nel bagagliaio, e si ritrova a vivere nella “comune” fondata dalla ex moglie, piena di persone “alternative“, “ecologiche“, “solidali” e… spiantate. Agli arresti domiciliari. Controllato giorno e notte. Con il letto in uno sgabuzzino. È facile prevedere che la convivenza sarà difficile… «Michele è un mascalzone, parliamoci chiaro» spiega subito Giorgio Tirabassi, che lo interpreta. «Un mascalzone che però è quasi impossibile non trovare simpatico».
Lei però non ha cominciato con la commedia. Gli italiani hanno imparato ad amarla con la serie “Distretto di polizia”, dove era un duro… non la farebbe un’altra serie d’azione?
«E come li faccio gli inseguimenti, sulla carrozzella? Ahò, era 20 anni fa. A parte che già allora mi ricordo che sul set nessuno voleva fare le scene d’azione. Tutti a dire: “Ma che davvero c’abbiamo un altro arresto oggi? Ma non lo puoi arrestare tu?”. No no, oggi a me piacciono i ragionatori, i rimuginatori. Magari potrei fare un Maigret, ecco…. Ma con l’azione ho chiuso. Non ho più il fisico».
FONTE SORRISI
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