Non giungono belle notizie a distanza di anni dalla morte di Robin Williams. Ancora ricordiamo la tremenda notizia durante l’estate circa la sua scomparsa.
Negli ultimi giorni infatti l’attore soffriva molto di solitudine e insicurezza: ciò è indicato da un nuovo libro a lui dedicato, ad opera di Dave Itzkoff. Si tratta di una biografia che evidenzia come egli provasse disperatamente a celarsi dietro i celebri personaggi comici per mascherare il dolore. Il libro racconta che spesso Williams aveva problemi a memorizzare le battute, e si bloccava senza riuscire più a muoversi.
L’attore è morto all’età 63 anni suicidandosi. Ecco ciò che affermano i suoi più stretti collaboratori.
La truccatrice Cheri Mins, che ha lavorato al suo fianco in “Una notte al Museo”, ha raccontato:
“Ogni fine giornata, singhiozzava tra le mie braccia. È stato orribile”, “Non avevo la capacità per affrontare ciò che gli stava accadendo. Aveva un’andatura lenta e strascinata. Odiava non riuscire a trovare le parole, quando conversava. A volte si bloccava in una posizione, incapace di muoversi: la cosa lo frustrava. Iniziava ad avere problemi di vista, non riusciva a valutare distanza a profondità. Era sempre confuso.
La terza moglie invece ha riferito che: “
mio marito è ipocondriaco? Abbiamo indagato e provato qualsiasi cosa, ma non cerano risposte.
Solo dopo la morte è emerso che Robin lottava da tempo contro la depressione ed era stato colpito anche dal morbo di Parkinson oltre a quello di Levy, scoperto attraverso l’autopsia.
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