Le idee per ampliare l’universo di Grosso Guaio a Chinatown non sono mai scarseggiate, a partire dagli anni immediatamente successivi all’uscita, nel 1986. Tra questi ce n’era una dello sceneggiatore Chip Proser, il quale, in una recente intervista, ha dichiarato di non amare per niente l’originale di Carpenter e che la sua bozza di film sequel per la TV sarebbe stata sicuramente ‘meno razzista’.

Le sue parole estrapolate dal podcast “Best Movies Ever Made”:

“Non mi piace il film, non mi piace il modo in cui è girato…. Le scene sono girate in primissimo piano, una dopo l’altra. E, sai, Kurt Russel in quel tipo di primo piano… Voglio dire, è un bel ragazzo, ma c’è un motivo se si fa un’inquadratura fissa e poi ci si muove con un primo piano sopra la spalla. C’è un motivo che giustifica questa tecnica. Lasciate che il pubblico respiri un po’… non mettete tutto insieme. Aggiungete qualcosa di noioso nel mezzo, così la gente può andare in bagno. E poi gli effetti speciali sono così patinati.”

Proser ha scritto ben due versioni della sceneggiatura del sequel che avrebbe dovuto essere un film TV per Fox, ma alla fine il progetto non è andato in porto:

“Volevo provare a rileggere la storia in modo non razzista. Non so niente sulla religione cinese, ma mi sembrava divertente che il film fosse tutto incentrato sul fatto di sposare una donna con gli occhi verdi… Ho solo provato a pensare a una storia diversa.”

Il sequel da lui scritto vedeva protagonista un uomo bianco, Steve Taylor, curatore di un museo cinese insieme al padre (un bianco cresciuto a Hong Kong) Il plot del sequel culminava nella ricerca di un magico puzzle di un ideogramma diviso in tre pezzi, con in mezzo varie storie di demoni e miti orientali. 

Voi che ne pensate di queste dichiarazioni? Siete d’accordo o al contrario siete grandi amanti fan della commedia di Carpenter? 

Clicca qua per leggere tutte le curiosità su Grosso guaio a Chinatown

Clicca qua per scoprire che fine ha fatto Kim Cattral

 

Fonte: Screenrant