Tra il primo Avengers ed il secondo c’è un mare. Tra il primo Iron Man ed il secondo c’è un abisso. Tra il primo Thor ed il secondo c’è la morte. Insomma, la Marvel con i seguiti zoppica forte: cambi di regia dannosi, svolte improvvise di target, rotazioni continue di sceneggiatori in quel di Hollywood. Poi arriva il seguito di Guardiani Della Galassia, in uscita domani, dove regista, attori e soprattutto lo spirito rimangono uguali: si vede. Il film inizia con un super pezzo dell’ Electric Light Orchestra, che accompagna una sequenza simpatica, spettacolare che trasuda da tutti i pori la frase:” tranquillo, siamo sempre noi”. I Guardiani dovranno salvare di nuovo la galassia da un villan non memorabile e poco caratteristico ma esteticamente riuscito e interpretato da un grande attore (che non voglio svelare perché se qualcuno non ha visto nulla riguardo al film, è una piacevole sorpresa, ingigantita dalla presenza di un’altra grande star del cinema Americano).
Il profilo psicologico dei protagonisti rimane in linea col precedente, fatta eccezione per Drax (Bautista) portato un po troppo sopra le righe, uscendo fuori dalla linea sottile dove viaggiava nel primo film; è comunque efficace, meno, ma efficace. James Gunn (il regista e sceneggiatore), rimane fedele alla propria idea di cinema e dopo aver imparato a domare questo gruppo di supereroi nel primo capitolo, qui si diverte inserendo citazioni, elementi, canzoni e colori fortemente associabili ad una persona cresciuta negli anni 80 come lui, e come al personaggio di Star Lord in fondo. Dopo un piccolo rallentamento nella parte centrale della storia, dove si stabilizzano due binari di narrazione che sono molto lontani dall’incontrasi, il film riprende la marcia verso l’ultimo atto, ben costruito, dove i Guardiani riescono a ritagliarsi uno spazietto a testa. Ritroveremo anche Yondu Udonta, che anche lui avrà un ruolo principale nello sviluppo della trama. Gunn è in grado di farci ridere, emozionare, ed anche commuovere alla fine. Certo, in modo furbo e scaltro, ma d’altronde non è facile passare da una risata ad una lacrima in un certo tipo di film, quindi va bene così.
Tra tutti i personaggi, è forse i piccolo Groot a regalare i momenti più divertenti, avendo con se l’arma del cucciolo “indifeso” (picchia come un dannato) che non può parlare al di fuori della, ormai famosa frase “Io sono Groot”, in contrasto alla sua incoscienza in momenti delicati, dove ha in mano la vita dei compagni.
“Guardiani Della Gallassia Vol. 2” è un film ben realizzato, curato su più fronti, con qualche elemento un po troppo forzato (partendo da alcuni personaggi fino ai riferimenti alla cultura pop), ma che comunque non escono fuori dalla linea del film. Cattivo sbagliato nuovamente, ma ne abbiamo visti di peggiori, e come. Colonna Sonora accurata e ben piazzata, come il primo d’altronde. Il film ne esce come un ottimo film Marvel, e questo solo grazie al cuore e all’amore che tutti, dal cast tecnico al cast artistico, hanno messo per realizzarlo, e quanto si sente. In confronto al primo lo si può mettere al pari livello, con pregi e difetti che il Vol. 1 non ha e viceversa. Tra il primo Avengers ed il secondo c’è un mare. Tra il primo Iron Man ed il secondo c’è un abisso. Tra il primo Thor ed il secondo c’è la morte. Tra il primo Guardiani della Galassia ed il secondo c’è il vostro, intimo e personale, indice di gradimento. Nulla più.
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