È stato presentato in anteprima mondiale ieri alla Mostra del Cinema di Venezia Halloween Kills, secondo capitolo della nuova saga ‘sequel’ avviata nel 2018. Presente al Lido per essere premiata con il Leone d’Oro alla Carriera, Jamie Lee Curtis ha parlato della sua esperienza con Halloween lunga ben 43 anni.
“Con il film del 2018 David [Gordon Green] mi ha proposto di esplorare qualcosa di più profondo” ha raccontato l’attrice. “Siamo attori, è giusto cercare la profondità delle storie, per questo è stata un’esperienza altamente soddisfacente. Abbiamo dato voce al trauma, creando una collisione tra la realtà della vita e la realtà di Laurie”.
Dopo tutto questo tempo, Jamie non ha dubbi: Laurie Strode è parte integrante di lei. “Laurie e Jamie sono la stessa persona. Dopo quarantatré anni potete chiamarmi Laurie, o Jamie, fa lo stesso” – ammette, per poi aggiungere: “Gli esseri umani cambiano: questo è il bello dell’umanità. Ci riempiamo di lividi, poi guariamo, andiamo avanti. Quello che amo di Laurie è che la guardiamo combattere nello schermo e tutti possiamo identificarci con lei: siamo umani, ognuno ha i propri demoni da affrontare. Come sentiamo anche nel film: “Siamo tutti Laurie Strode.”
Sul perché abbia avuto così tanto successo, fino ad essere stata ribattezzata la Scream Queen più famosa di sempre, la Curtis dice:
“Sono una persona che si spaventa facilmente. Se googlate foto di me da giovane, sono sempre terrorizzata, anche da neonata! Mi spavento troppo facilmente. Io odio i film horror, li disprezzo davvero! Non mi piace essere spaventata, ma è un mio talento naturale. Questa connessione con la paura mi ha permesso di apparire spaventata sullo schermo senza bisogno di recitare. Non c’è una preparazione psicologica, ho reazioni naturali dovute al mio passato: a questo che devo il mio successo nel genere horror.”
Infine, dice sulla saga: “Ciò che amo in Halloween c’è pochissima CGI, la brutalità è reale, ci sono persone vere dietro, anche nel ricreare una persona morta”.
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