Era il 1997 quando tutto il mondo conobbe gli Hanson, tre giovanissimi fratelli di Tulsa, Oklaoma, che spopolarono a livello globale con la loro Mmmbop. L’album ‘In the middle of nowhere’ ebbe un grande successo e la giovane band vinse anche due Grammy Award.
In seguito gli Hanson fondano una loro etichetta discografica, realizzano un documentario sul mercato discografico che viene portato nei college e nelle scuole di musica, si dedicano anima e corpo all’impegno umanitario: una carriera lunga e variegata che li rivede oggi, a 25 anni da quel lontano 1992 che sancì l’inizio della loro avventura, insieme per un tour celebrativo.
Il Middle Of Everywhere 25th Anniversary World Tour ha toccato anche l’Italia, con la data milanese del 7 giugno, e ha anticipato l’uscita di un Greatest Hits, dal titolo “Middle Of Everywhere – The Greatest Hits”.
Ora li ritroviamo con un album che celebra i 25 anni di carriera loro.
Taylor Hanson ha parlato a EW del nuovo album, delle difficoltà legate al lavoro con un’orchestra e dell’eredità di “MMMbop”.
Com’è stato rivisitare alcune delle tue canzoni più vecchie con uno sfondo orchestrale?
Il progetto è stato davvero un ‘idea spettacolare . Mentre stavamo concludendo quel venticinquesimo anniversario e prendevamo il tempo per celebrare la nostra storia, stavamo guardando a quello che sarebbe successo. L’importanza di incorporare sia vecchio che nuovo è che hai l’opportunità di riportare le cose alla potenza della canzone. È stato davvero stimolante scegliere alcune canzoni come “Where’s the Love” o “MMMbop” o “Yearbook” o anche “This Time Around” e pensarle come nuove opere. Devi pensare a questo intero gruppo di colori che ora devi lavorare con [in] una sinfonia, dove potresti fare cose che non potresti mai fare. E ‘stato impegnativo ed elettrizzante.
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