I Ricchi e Poveri hanno rilasciato un’intervista al Corriere dove hanno raccontato la loro storia e alcuni aneddoti sulla loro carriera. Ecco un estratto delle parole di Angelo Sotgiu e Angela Brambati:
Da ragazzini siete stati fidanzati.
Angelo: «Avevo 17 anni, lei 16. Un rapporto bellissimo, infatti è finita».
Angela: «Perfetto, poi dopo qualche anno lui aveva voglia di divertirsi e l’ho lasciato andare».
Angelo: «Nel frattempo era iniziata l’avventura dei Ricchi e Poveri, stavamo insieme 24 ore al giorno, è subentrata una confidenza diversa, da amici, da fratelli».
Angela: «Mi chiedeva consigli sulle sue conquiste. “Che dici, ti piace questa?”».
E arrivò Franco Califano.
Angelo: «Era direttore artistico della Carosello. Ci convocò a Milano. Gli cantammo tre pezzi, forse quattro, il repertorio era tutto lì».
Angela: «Andò a chiamare Alfredo Cerruti. Senti questi qui, sono bravi. E ci fece ricantare. Poi convocò il maestro D’Anzi, quello di O mia bela Madunina. Ricantammo. Alla fine restammo senza voce. Califano si licenziò. “Voglio diventare il vostro produttore”. Ci portava in giro su una macchinona bianca americana, ogni sera a cena fuori, pagava sempre lui».
Generoso, il Califfo
Angelo: «Per vergogna, una sera gli abbiamo risposto che avevamo già un invito. Non era vero. Ci fermammo alla prima curva e tirammo fuori i panini. Ma Franco uscì subito dopo di noi e ci vide. “Siete ricchi di spirito e poveri di tasca. Da oggi vi chiamerete così, i Ricchi e Poveri».
Angela: «Ci portava a Capri, dove comprava i sandali fatti a mano. Noi ci vestivamo ai mercatini, lui dal sarto, sceglieva le stoffe e ordinava quattro completi su misura. Aveva classe, era affascinante, non per me, non ero il suo tipo, gli piacevano quelle con la puzzetta sotto al naso».
FONTE CORRIERE
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