Denuncia per Fedez, Orietta Berti e Achille Lauro da parte del Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) a causa del loro videoclip “Mille“. Nella giornata di sabato 19 giungo, il Codacons ha pubblicato un comunicato stampa nel quale ammonisce il video della canzone per “pubblicità occulta a danno degli utenti e a favore di Coca-Cola”. Nello specifico ha presentato un esposto all’Antitrust e all’istituto di Autodisciplina pubblicitaria, chiedendo sanzioni per “per pubblicità occulta vietata dal codice del Consumo” e un’azione per “vietare la diffusione del videoclip sulle reti televisive e sul web, e della canzone sulle radio nazionali, fino a che non sarà eliminato ogni riferimento alla Coca-Cola”.
Secondo l’ente che garantisce la tutela del consumatore, il video, così come il testo della canzone, sarebbe una vera a propria incitazione al consumo della celebre bevanda gassata americana. Non sarebbero bastati i credits di Coca-Cola menzionati nella pagina di YouTube, perché come si legge nel comunicato “tale informazione non basta, poiché non immediatamente percepibile dagli utenti, a meno che gli stessi non vadano a cercarla tra i credits del video”.
Infatti, spiega ancora il Codacons, “non compare in sovrimpressione all’inizio del videoclip”. Una vera e propria guerra quella con Fedez che si protrae da diverso tempo, già animata da accuse passate, che infatti ritornano a galla. Nella nota, l’associazione scrive: “Fedez ci ricasca e, per l’ennesima volta, si rende protagonista di una pubblicità occulta a danno degli utenti, vietata dal nostro ordinamento e dalle disposizioni varate di recente dall’Antitrust in tema di videoclip musicali”. Immancabile il riferimento al Concertone del Primo Maggio dove durante la sua presenza sul palco ha dato visibilità ad un noto brand sportivo. Il Codacons ribadisce che “nei videoclip debba essere reso palese l’inserimento di prodotti a fini commerciali, prevedendo segnali in sovrimpressione che avvisino circa la presenza di marchi a scopo promozionale” la violazione della stessa direttiva sarà punita con “la sanzione pecuniaria da 10mila a 5 milioni di euro”.
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