Il Divin Codino“, il biopic su Roberto Baggio è disponibile da pochi giorni e ha diviso sia critica che consensi. Tra gli appassionati in molti volevano una storia più lunga e non relegata solo agli episodi della nazionale italiana. In ogni caso si tratta di un film molto spirituale che mette a nudo proprio il grande calciatore e mostra a tutti la sua grande umiltà. Nel film Martufello interpreta l’ultimo allenatore del calciatore, Carlo Mazzone, al Brescia ed ha rilasciato una lunga intervista a Leggo.it parlando del suo personaggio: 

Si è aiutato solamente con la sceneggiatura?
«Per la maggior parte sì, poi ovviamente ho studiato e rivisto alcuni suoi video. Quando ho letto il copione mi è piaciuto immediatamente. Certo, mancano alcune cose del personaggio Carletto, perché rimane comunque un film, ma si è preferito dare spazio all’allenatore padre. E lì, comunque, si vede ugualmente il grande professionista e la persona per bene».

Senza andare troppo nel dettaglio, c’è qualcosa che manca nella narrazione?
«La scena della corsa di Mazzone verso la curva in cui erano assiepati i tifosi dell’Atalanta (30 settembre 2001, ndr): per motivi legati alla Pandemia non è stato possibile realizzarla. Ecco, sarei stato felice di interpretare pure quel momento».

Ha mai incontrato Carlo Mazzone?
«Sfortunatamente, no. Ma è come se ci conoscessimo: entrambi amiamo Roma e la Roma».

Martufello, come si spiega questo legame tra Mazzone e Baggio?
«Baggio ha sempre cercato una figura paterna e, proprio per questo, probabilmente si scontrava con molti dei suoi precedenti allenatori. Carlo (Mazzone, ndr), invece, l’ha capito subito. Ha compreso le necessità del ragazzo e si è creato un rapporto fortissimo».

Qual è la prima immagine che Le viene in mente quando si nomina Roberto Baggio?
«Non è possibile sceglierne una soltanto. Di questi campioni ti porti dentro tutto, dalla A alla Z, sono dei grandi che lasciano il segno. E lo stesso vale per Francesco Totti».

Il ‘Divin Codino’ si è visto sul set?
«No, mai. L’ho sperato fino all’ultimo, ma non c’è stata occasione».