42 anni dopo l’uscita del primo e storico capitolo della serie diretta da Michael Winner (1974), Il giustiziere della notte torna al cinema nel remake diretto da Eli Roth (Hostel 1 e 2, The Green Inferno) con un nuovo volto, quello del “duro a morire” Bruce Willis. Un action-crime adrenalinico che rivisita un grande classico del genere poliziesco, in cui rabbia e desiderio di vendetta si intersecano al destino di un uomo colpito nei suoi affetti più profondi. Nel cast anche Vincent D’Onofrio (I magnifici sette,Daredevil e Law & Order), Elisabeth Shue (Via da Las Vegas), Camila Morrone, Dean Norris (Breaking Bad) e Kimberly Elise (The Great Debaters – Il potere della parola). Il giustiziere della notte sarà distribuito in Italia da Eagle Pictures a partire dall’8 marzo 2018.
SINOSSI
Ad indossare gli abiti di Paul Kersey, resi celebri dal mitico Charles Bronson, questa volta è Bruce Willis, che qui interpreta un medico del pronto soccorso di Chicago la cui vita viene distrutta dall’omicidio della moglie e dalle violenze che riducono sua figlia in coma. Da quel momento Kersey cesserà di esistere e al suo posto subentrerà “Il giustiziere” che, con il suo desiderio di vendetta, andrà a caccia dei criminali che hanno massacrato la sua famiglia. La città comincerà presto a domandarsi se questo vigilante sia un angelo custode o un inquietante mietitore in preda al desiderio di uccidere.
RECENSIONE
Premesso, non voglio parlare di confronti con l’altro film. La pellicola che ho avuto il privilegio di vedere in anteprima è stata una sorpresa sia in negativo che in positivo. Partiamo dalla positività, BRUCE WILLIS è sempre BRUCE WILLIS quindi dona a ogni lungometraggio quella carica di azione e adrenalina che da trent’anni a questa parte gli riesce meglio. Il film passa dall’immagine iniziale della famiglia stile MULINO BIANCO a quella minata dall’odio e dalla rabbia. L’inizio è un po’sconcertante perchè il medico che interpreta Willis è un pò scettico su tutto quello che gli gira intorno e forse non vorremmo mai avere una persona che si cura così di noi. Non appena invece la vita lo mette a dura prova e gli apre la strada verso il sentimento antico della vendetta allora la sua vera personalità esce fuore. Lui non è un vero vigilante, è solo un uomo che vuole farsi giustizia da solo, visto che le autorità intervengo solo dopo il fatto compiuto e in una città come Chicago, minata dalle rapine e dalla violenza, o ci si difende da soli o è meglio arrendersi prima. Ciò pone il grande dubbio amletico dell’uso delle armi in una nazione come gli STATI UNITI, e sulla loro facilità di acquisto. Nel film ci si aspetta una critica profonda invece non è altro che un inno alla compravendita di esse. La facilità e l’uso improprio di queste da parte del protagonista sono le note stonate del film, insieme alla domanda su come un semplice medico nel giro di pochi giorni possa diventare un esperto di guerriglia urbana…
Posto questi dettagli, il film alla fine scorre ed è anche un buon prodotto solo che magari ci si aspettava qualcosa di più dato il nome e l’attore…
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