Il postino è un film uscito nel 1994 e diretto da Michael Radford. È stata l’ultima interpretazione per l’attore napoletano Massimo Troisi, morto nel sonno solo poche ore dopo la fine delle riprese.
Il film è svolto nel 1948, dove il poeta cileno Pablo Neruda viene esiliato su un’isola del sud d’Italia. L’uomo vi si rifugia con la giovane ed affezionata consorte Matilde. Al disoccupato Mario viene affidato l’incarico di consegnare al poeta una nutrita corrispondenza. Giorno dopo giorno i due uomini così diversi diventano amici.
Ecco le curiosità sul film:
– Massimo scelse di girarlo dopo aver letto “Ardiente Paciencia” dello scrittore Skármeta, che Garzanti in Italia pubblicò con il titolo: “Il postino di Pablo Neruda”. Si narra che non fosse arrivato nemmeno alla fine del romanzo che subito si precipitò dal suo produttore per chiedergli di comprare i diritti cinematografici. Troisi si identificò subito nel personaggio, Mario Jiménez. Dopo varie vicissitudini inizia a girarlo, affidando la regia a Michael Radford. Non si sentiva di dirigere un film così importante anche se in Italia, tra i registi, compare anche il suo nome, visto che ha partecipato in maniera evidente anche alla stesura della sceneggiatura.
– Il film ha consacrato al successo Maria Grazia Cucinotta. Fu la sua amica e compagna di Massimo, Nathalie Caldonazzo, a convincerla a fare il provino, e infatti risultò essere la candidata ideale.
– Nel porto di Santa Marina di Salina, presso l’omonima isola, un tratto della banchina è stato chiamato “Passeggiata Massimo Troisi” e vi è conservata la bicicletta usata per il film.
– Invertendo la ‘prassi’ tutta italiana che vuole gli attori stranieri doppiati in italiano, Robert De Niro ha ‘prestato’ la sua voce a Troisi nel doppiaggio Americano.
– Troisi ha posticipato l’operazione al cuore per poter completare il film. Il giorno dopo la fine delle riprese, ha subito il fatale infarto.
– “Il Postino è il più bel film che abbia mai visto. Mi avrebbe fatto piacere girare un film con Troisi”. Lo disse Sean Connery.
– Troisi era troppo stanco, per via di quel cuore malandato. Il regista decise di ricorrere ad una controfigura che lo potesse sostituire nelle scene più faticose e fu così che l’attore conobbe Gerardo. Un’amicizia durata troppo poco ma che segnò profondamente Gerardo. Durante una delle riprese, a Salina, arrivò la moglie della controfigura sul set per informarlo che a breve sarebbe diventato padre. E così l’artista di San Giorgio a Cremano quando lo incontrava diceva: “Come sta Pablito?”. Sperando magari che lo chiamassero come il poeta cileno, ma Gerardo nelle sue intervista ha sempre sottolineato che rientrando a Sapri, dopo la fine delle riprese, venne a conoscenza della morte di Massimo decidendo così di chiamare suo figlio come lui.
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