Il film
Il principe e il pirata è uscito nel 2001 sotto la direzione di Leonardo Pieraccioni. È il quinto film del regista toscano, successore a “Il pesce Innamorato”. Il film è stato girato nell’estate del 2001 a Firenze, Palermo, Messina, Napoli, Genova, Montecelio, Saint-Pierre, Biella, Sandigliano, Gressan, Viareggio e Lido di Camaiore, nonché in alcuni Autogrill, il primo sulla Roma-Civitavecchia e il secondo sulla A24 Roma-L’Aquila.
La trama
Leopoldo Natali è un maestro di scuola elementare che ha appena perso il padre Pierino, con il quale non aveva rapporti da anni; mentre sta vegliando la salma, tuttavia, l’uomo si desta e gli rivela che deve fingere di essere morto, con l’aiuto dell’amico Ubaldo, per fuggire dai propri creditori.
Il giorno seguente Pierino sparisce senza preavviso ma lascia al figlio una videocassetta in cui gli rivela che ha un fratello, nato da una relazione extraconiugale con la bidella della scuola in cui Leopoldo insegna, di nome Melchiorre, detto “Gimondi”, che sta scontando alcuni anni di carcere in Sicilia. Ai due figli l’uomo lascia un’eredità congiunta del valore di 250 milioni di lire consistente in un dipinto del 1400 custodito da un notaio di Saint Vincent.
Leopoldo va a prendere Melchiorre all’uscita dal carcere e insieme si dirigono in auto dal capoluogo siciliano al paese valdostano: nel lungo viaggio insieme i due fratelli avranno modo di conoscersi, di capire quanto siano diversi, di iniziare un rapporto di vero affetto reciproco e di comprendere quanto siano irrimediabilmente incompatibili.
Il commento di Pieraccioni
In una vecchia intervista a ridosso dell’uscita, Pieraccioni ha parlato così del film:
“È stato un film abbastanza costoso perché abbiamo viaggiato in lungo e in largo per l’Italia. Io nasco principino, magari in me c’è anche un pò del pirata, ma sono soprattutto un principe. Per questo ho scelto il personaggio che mi assomiglia di più da interpretare. “
Parlando poi di come è nata l’idea:
“Una sera nel salotto di Giovanni Veronesi parlavamo di fratelli e figli unici. Io sono un figlio unico convinto, e mi sono messo a pensare a cosa sarebbe stato di me, se un giorno avessi scoperto di avere un fratello. Con “Il pesce innamorato” ho concluso la mia “trilogia” disneyana, a colori pastello. Ho voluto realizzare una storia più realistica, costruendola sull’on the road in cui gli incontri non sono mai fini a se stessi. “
Chiudiamo segnalandovi una curiosità:
Il bellissimo casolare dove Gimondi e Leopoldo vanno a recuperare i soldi rubati dal primo in anni di rapine è lo stesso utilizzato come location del più grande successo del comico fiorentino, “Il Ciclone”, del 1996.
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