Il film
Uscito nel 1976, è il secondo capitolo della saga incentrata sulle vicende dell’impiegato Ugo Fantozzi, ideato ed interpretato da Paolo Villaggio. Il film sembra quasi formare un continuum con il precedente, con il quale condivide in parte l’origine, vale a dire i libri Fantozzi e Il secondo tragico libro di Fantozzi.
La trama
Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio) è costretto a fare le ore piccole in ufficio per coprire le notti brave del suo superiore. Convinto che non ci possa essere niente di più avvilente, cambia idea quando un sorteggio decide che sarà proprio lui ad accompagnare il suo capo, Il Duca Conte di Semenzara, al casinò di Monte Carlo per sfidare la fortuna.
Mentre il Mega Direttore Clamoroso si gode la sua vincita al gioco dopo improbabili riti scaramantici a cui ha costretto il suo dipendente, il povero Fantozzi torna a casa aggrappandosi sotto un treno. L’indomani Ugo cerca di consolarsi partecipando a una battuta di caccia insieme al collega Filini (Gigi Reder), ma rimane coinvolto in una guerriglia senza esclusione di colpi tra cacciatori, con tanto di mezzi corazzati.
Il ragioniere, nonostante le sue disavventure, non può permettersi di restare a casa: deve presenziare a una grande festa per l’inaugurazione della nuova turbonave della sua ditta. Esasperato per aver sprecato le sue ferie, Fantozzi decide di giocarsi la carta della malattia dal lavoro e uscire a divertirsi con la figlia Mariangela (Plinio Fernando), rischiando di venir beccato.
Come se non bastasse, si mette a capo di un’insolita rivolta contro il suo superiore e, ciliegina sulla torta, decide di passare con i colleghi Filini e Calboni (Giuseppe Anatrelli) una serata al night che gli costerà molto cara…
La presentazione in Russia
La corazzata Kotiomkin è il film fittizio ispirato parodisticamente a La corazzata Potëmkin. La sequenza vede il professor Guidobaldo Maria Riccardelli, interpretato da Mauro Vestri, imporre ai suoi impiegati la ripetuta visione di vecchi film d’autore, che lui venera. Una sera gli impiegati sono costretti a perdersi la partita di calcio Inghilterra – Italia per recarsi al cineforum del professore. Il tragitto di Fantozzi da casa al luogo della proiezione è accompagnato nel film da una radiocronaca di Nando Martellini, che il ragioniere ascolta con un apparecchio portatile: il commento di Martellini fu realizzato appositamente per il film.
Durante la proiezione il pubblico è inquieto, poiché gli impiegati si scambiano notizie sull’esito della partita; il direttore si illude che questo fermento sia dovuto ad un maggior interesse per la pellicola. Dopo quest’ennesima proiezione de La corazzata Kotiomkin, in occasione del consueto dibattito, giunge lo storico giudizio di Fantozzi, che ha finalmente deciso di ribellarsi e porre fine alla questione, pronunciando una delle frasi più celebri della saga dedicata al ragioniere:
«Per me… La corazzata Kotiomkin… è una cagata pazzesca!»
Paolo Villaggio in un’intervista parlò di quando vide realmente per la prima volta il film:
“La prima volta con la Corazzata fu durante un cineforum a Genova: c’ ero io, De Andre’, e tanti altri. Ricordo che la scena della fucilazione sulla scalinata di Odessa venne proiettata dopo appena dieci minuti dall’ inizio del film. E il responsabile del cineforum si alzo’ e dichiaro’ ‘questo e’ il piu’ bel film di tutti i tempi!’. Noi del pubblico eravamo senza parole. A quel punto, l’ addetto alla proiezione si alzo’ e confesso’ di aver proiettato il film al contrario. Prima il secondo tempo, poi il primo. Il responsabile, imbarazzatissimo, non si lascio’ prendere dal panico: ‘bene, allora lo riguardiamo dall’inizio’. Fu un momento terribile“
Paolo Villaggio parlò anche della prima volta che il film fu presentato in Russia:
‘Uno dei momenti piu’ emozionanti della mia vita fu quando andai a presentare Fantozzi in Unione Sovietica. Allora si era in pieno regime brezneviano. E quindi staliniano. C’ erano seimila persone ad ascoltarmi. E quando dissi che la corazzata era una boiata, si scateno’ davvero l’ entusiasmo. La gente applaudiva davvero per decine di minuti. Travolsero le sedie, gridarono il loro entusiasmo. Fu davvero commovente”.
fonte ANSA
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