“Babbo Natale non esiste e la Coca Cola, ma non solo, ne usa l’immagine per accreditarsi come portatrice di valori sani”. Una verità incontestabile. Peccato che a pronunciare queste parole sia stato Antonio Staglianò, vescovo della Diocesi di Noto. Durante una partecipata manifestazione nella basilica del SS. Salvatore a Noto e di fronte a una platea di studenti di tutte le età, quindi anche di bambini, il Vescovo ha pronunciato queste parole, provocando non poche polemiche.
Il Vescovo ha poi spiegato che non c’era alcuna intenzione di rompere la magia del Natale ma di voler spronare i più piccoli a considerare il Natale come una festa non legata al consumismo: “Ho spronato i più giovani ad avere di Babbo Natale un’idea più incarnata per poter vivere meglio l’attesa e soprattutto lo scambio dei doni. Se Babbo Natale è San Nicola, i bambini dovrebbero aprirsi ad un sentimento di vicendevole aiuto, alla solidarietà dei doni verso i bimbi più poveri. Con tutto il rispetto per la casa produttrice della Coca Cola che si è inventata Babbo Natale, il compito del vescovo è annunciare la carità evangelica, anche attraverso questi simboli della cultura popolare. È una via per recuperare il senso vero della tradizione cristiana del Natale. Per il resto i bimbi sanno che Babbo Natale è papà o lo zio. Quindi nessun sogno infranto”.
Già nel 2014, durante la messa della vigilia di Natale don Ferdinando Mazzoleni, storico parroco di Villasanta, si era scagliato contro Babbo Natale lasciando attoniti i suoi fedeli. Una vicenda che all’epoca aveva fatto gridare allo scandalo anche perché le parole di don Ferdinando erano state ben più dure di quelle del vescovo di Noto e pronunciate proprio a poche ore dalla magia del rito dell’apertura dei doni.
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