Stasera su Rete 4 va in onda l’undicesimo film interpretato della coppia Bud Spencer-Terence Hill, Io sto con gli ippopotami.
Il film uscì nel 1979 diretto da Italo Zingarelli, su un soggetto di Barbara Alberti, Amedeo Pagani e Nino Longobardi. Si tratta di uno dei film del duo comico più amati dai fan, forse perché, diversamente dal solito, oltre alla comicità è presente anche una morale di stampo ecologista, dato che racconta la storia di due cugini ambientalisti che lottano per salvare gli animali da un bracconiere senza scrupoli.
Trama
Rhodesia, anni 50. In Africa per lavoro, il burbero Tom (Bud Spencer) organizza safari di caccia per turisti preoccupandosi però di fornire loro armi caricate a salve per far sì che gli animali, che ama molto, non rischino nulla. Lui e il cugino Slim (Terence Hill) sono stati cresciuti da una donna africana dopo che i loro genitori sono morti ma Slim è assente, all’inizio del racconto; con il suo ritorno inatteso, la situazione si movimenta fino a quando la strana coppia di cugini non decide di acquistare un nuovo pullman per safari e mettersi in società. In realtà è solo l’inizio dei loro guai perché ben presto entra in scena un trafficante di animali e avorio, Jack Ormond, i cui intenti cozzano con quelli dei due protagonisti…
Curiosità
Il film venne girato interamente in Sudafrica, presso Johannesburg, mentre le riprese con gli animali furono effettuate nei dintorni di Pretoria.
Nei panni del cattivo di turno troviamo Joe Bugner, ex-pugile diventato attore, che ha preso parte anche ad altri film con il solo Bud Spencer.
Il brano che fa da tema principale è Grau grau grau che nel commento musicale compare tanto in versione vocale quanto in quella strumentale. A cantarlo è Bud Spencer, che lo ha scritto insieme al compositore Walter Rizzati.
Nella scena finale i lavoratori che trasportano gli animali cantano il tradizionale brano sudafricano: shosholoza.
Terence Hill (Slim) preparò e bevve realmente lo strano intruglio a base di caviale, burro, sale, pepe e champagne.
L’uomo con il turbante che propina il famoso “gioco delle tre carte” è il noto prestigiatore Tony Binarelli, che aveva già “prestato” le proprie mani a Trinità in “…continuavano a chiamarlo Trinità”, durante la scena della partita a poker, e che le presterà di nuovo, sempre a Terence Hill (Slim), nella scena del casinò.
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