Intervistata da Stefano Rapone e Daniele Tinti a “Tintoria”, Irene Grandi risponde senza nessun problema a qualsiasi tipo di domanda. Nel calderone ci finiscono così Pippo Baudo, Amadeus, la Rai e la piccola orchestra Avion Travel. Per quanto riguarda il suo primo Sanremo racconta:
“All’epoca, negli anni ’90, non era il Sanremo di oggi. Era importane ma non mi piaceva quasi a nessuno, si guardava per fare quattro risate. Era finto con le basi e il playback. Stava crollando, poi arriva Pippo Baudo che volle rintrodurre l’orchestra dal vivo e darle importanza. Non mi sentivo di debuttare a Sanremo, perché poi tutti mi avrebbero collegato a quella trasmissione anche se non mi sentivo una cantante da Sanremo. Infatti non ho vinto. Tutti si ricordano che “La tua ragazza sempre” era stata a Sanremo ma non chi aveva vinto. Aveva vinto la piccola orchestra Avion Travel, non mi ricordo il pezzo che non si è più sentito. Va bene che non abbia vinto Sanremo che non è stato proprio il mio concorso preferito. Io ero quarta per la giuria critica, sesta per la giuria del pubblico. Loro erano primi per la giuria critica e venticinquesimi per il pubblico. Se andavi a fare i conti non tornavano. È evidente che ho vinto io ma c’è stato qualcosa”.
E, poi, racconta quanto la Rai paga per Sanremo:
“Sapete quanto paga la Rai per Sanremo all’artista? 200 euro, quando le camera vanno a 65 a 650 euro e una pasta allo scoglio te ne costa 42. Grazie mamma Rai. Anche i biglietti devi pagarli te e devi prenderne almeno un paio. Sanremo è un investimento importantissimo, ti torna in pubblicità”.
Ed, infine, Irene Grandi critica Amadeus:
“Ora ci sono i giovani con i giovani, i rapper con i rapper, i vecchi con i vecchi, diventa settoriale. Erano gusti davvero eterogenei, non come Amadeus. Quello è un non gusto. Chi fa le scelte ha una responsabilità molto importante, si dovrebbe fare attenzione prima di accettare di condurlo perché sei responsabile della deriva della musica italiana”.
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