Isabella Ferrari è stata intervistata dal Corriere della Sera dove ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera. Ecco un estratto:

Che impatto ebbe il successo su di lei?

«Ebbe un impatto. Mi offrirono quattro film più o meno tutti uguali a Sapore di mare . Non avevo neanche un agente. Li feci e mi comprai una casetta perché per me la cosa più importante all’epoca era avere una sicurezza, rintanarmi, nascondermi».

Si rivelò impossibile?

«Ebbi una crisi di rigetto. Non mi sentivo un’attrice, non avevo fatto una scuola, non avevo più voglia di stare dentro a quel meccanismo: mi venne un esaurimento e mi diedero delle medicine per superarlo. I miei si preoccuparono e mi portarono in montagna».

Si preoccupò anche lei?

«Buttai via le medicine, ma sì, ero spaventata anche io. Pensavo che quello stato d’animo, quella depressione, me la sarei portata dietro per tutta la vita. Il successo improvviso si sposava con il pregiudizio. E il pregiudizio era a sua volta anche figlio della bellezza. La bellezza mi ha dato tanto, lo riconosco, ma mi ha fatto anche dubitare di me stessa. Pensavo di non meritarmi le cose che mi capitavano e cercavo sempre altrove, altrove e ancora altrove. Non mi davo pace e per un po’ mi allontanai dal mio mestiere. Ci volle tempo per recuperarmi. L’occasione me la diede Marco Tullio Giordana. Mi propose di recitare in Appuntamento a Liverpool , un film drammatico. Accettai».

fonte CORRIERE