In un’intervista rilasciata al “Corriere della sera”, Ivana Spagna si racconta senza filtri e senza paura di dire quello che pensa su temi scottanti come la depressione che l’ha condotta sull’orlo del baratro nel 1997, dopo la morte di sua madre:
“Dopo la morte di mia madre, nel ‘97, mi sono sforzata di concludere il tour. Prendevo troppe pastiglie, non dormivo. Mi chiusi in me stessa. Mi isolai. Avevo un corvo nero sulla spalla. Decisi di farla finita. Nella lucida follia ho pulito la casa, volevo andarmene lasciando tutto in ordine. Con calma fredda avevo organizzato ogni dettaglio. Stavo per farlo, la mia gattina mi è saltata in braccio miagolando. E mi sono risvegliata dall’incubo. Ho pianto per ore. Ma ero di nuovo io. In un attimo la mia vita è cambiata. Ho capito che avrei punito le persone che mi volevano bene, non era giusto”.
La cantante, che racconta di non aver avuto grandi amicizie nel mondo della musica, ci tiene, però, a ringraziare Loredana Bertè:
“Nel 2008 mi chiamò Loredana Bertè per il duetto, anche se poi la canzone fu squalificata. Cantammo fuori gara per tre sere. Loredana è un uragano, una forza della natura, aveva disegnato anche i vestiti. Mi disse: “Dai, fatti i capelli belli gonfi”. Andai a dormire con le treccine, il giorno dopo le sciolsi e cotonai i capelli, un testone incredibile. “Perfetta”, approvò lei. Mi sono tanto divertita, la ringrazio ancora”.
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